“L’ultimo quadrato dei fedeli di Hollande” titola Le Figaro puntando l’attenzione sulla fedeltà premiata dei nuovi ministri che hanno sostituito i frondisti antiasterità guidati dal sulfureo oramai ex ministro dell’economia Montebourg.”La guardia giovane”titola Liberation sottolineando la giovane eta’ dei nuovi ministri: Emanuel Macron (37) Najat Vallaut Belkacem (36) e Fleure Pellerin (41). Ma a mio parere il titolo piu’ azzeccato e’ quello del Parisien:”La vera svolta”.Il sottotitolo non lascia dubbi:”con il liberale Emanuel Macron al ministero dell’economia il nuovo governo di Manuel Valls prende chiaramente le distanze dalla sinistra del partito socialista”.
Emanuel Macron e’ un ex dirigente della banca d’affari Rotschild. Quanto di più lontano si possa immaginare dall’ex ministro: Montebourg antimondialista, paladino della francesità, nemico dell’austerità budgetaria. Macron uomo della grande finanza, attento ai valori del libero mercato internazionale, nemico di lacci e lacciuoli sula strada della libertà d’impresa. Con il rimpasto Hollande ha concluso coerentemente un percorso annunciato nella sua conferenza stampa di inizio anno: il transito del partito socialista francese verso la socialdemocrazia di impronta liberale. Il problema e’ che svolte epocali di questa portata si fanno abitualmente con un dibattito politico pubblico ,acceso e argomentato. Per la sinistra tedesca fu Bad Godesberg, per quella inglese fu la svolta di Blair. Difficile convincere gli elettori delusi di una sinistra al governo, ma impotente, con un tratto di penna sui ministri ribelli. soprattutto quando le condizioni materiali del paese sono sempre disastrose.Hollande chiede tempo perché il suo patto’ di produttività che tende la mano alle imprese abbia un effetto sull’economia reale. Ma se si possono chiedere sacrifici a fronte di un programma politico condiviso e dibattuto e’ difficile imporli con un gesto “imperiale” dall’alto. Soprattutto se a compierlo e’ il presidente meno amato della storia francese (17 per cento di gradimento). Per questo e’ facile immaginare che i frondisti sconfitti oggi abbino fatto una scommessa a lungo termine. aspetteranno il declino politico di Hollande e di Valls per giocare le proprie carte in futuro. nel 2017 ci sono le elezioni presidenziali. lo sconfitto di oggi, Montebourg , si presenterà come l’antagonista di Hollande, come l’unico in grado di fermare l’avanzata del front national di Marine le Pen. Hollande ha due anni di tempo per dimostrare che Montebourg ha torto.Ma dovrebbe riuscire a rilanciare l’economia in francia e in europa. Auguri.
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