Il prezzo di un’immagine di guerra, la vita di Simone Camilli, il fotoreporter italiano morto a Gaza. E’ saltato in aria insieme con l’interprete e quattro artificieri che stavano smontando un proiettile sparato da un carro armato israeliano. Il suo sacrificio è la prova che i giornalisti non scompariranno mai perché nessuna tecnologia potrà sostituire il loro lavoro.
Camilli aveva 35 anni. Lavorava per l’Associated Press e da qualche tempo risiedeva a Beirut. Era sposato con una ragazza olandese e aveva una bambina di tre anni. Simone stava seguendo il lavoro di una squadra di artificieri palestinesi che, durante una delle brevi tregue nei combattimenti, cercava di neutralizzare gli ordigni inesplosi fra le macerie delle case e nelle strade di Gaza. “Tranquillo papà, qui è tutto a posto” aveva detto al telefono al padre poche ore prima.“Faceva il suo mestiere per passione, ci credeva davvero, sono fiero di lui” ha detto commosso Pierluigi Camilli, sindaco di Pitigliano ed ex giornalista della Rai. Poi è partito per andarsi a prendere il corpo del figlio a Gerusalemme.
http://www.giornalismoedemocrazia.it/2014/08/14/la-morte-di-simone-il-prezzo-di-una-fotografia/