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“I nostri angeli”. Il reportage del Premio Luchetta 2014 dedicato a Simone Camilli

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Sarà dedicato al reporter Simone Camilli, tragicamente scomparso a Gaza nei giorni scorsi, il programma “I nostri Angeli. Reportage del Premio Luchetta 2014”, in onda domani, martedì 19 agosto, alle 23.15 su Rai1. Lo comunicano i promotori del Premio giornalistico internazionale Marco Luchetta, che hanno ritenuto di voler rendere omaggio al giornalista e alle sue coraggiose corrispondenze dedicandogli appunto i cinquanta minuti che domani riprenderanno i servizi e le corrispondenze pervenuti alla Giuria del Premio Luchetta 2014. Corrispondenze che arrivano dalle trincee di tutto il mondo, e con la forza prorompente delle immagini ci raccontano realtà inimmaginabili. Presentata dal giornalista Duilio Giammaria, che aveva condotto da Trieste la Serata “I nostri Angeli” 2014, questa seconda tappa televisiva del Premio Luchetta vuole contribuire alla valorizzazione della professionalità giornalistica dei colleghi che, dalle latitudini estreme del pianeta, informano ogni giorno sulle attualità e le situazioni critiche del nostro tempo, testimoniando con sensibilità la difficile tematica delle violenze e delle sopraffazioni sulle vittime più indifese, i bambini. Martedì sera il Premio Luchetta – come sempre intitolato a Marco, Sasha, Dario e Miran – accompagnerà il pubblico in un intreccio di storie: dal Pakistan alla Syria, dall’India all’Occidente. Un viaggio per accendere i riflettori sulle realtà più drammatiche nel mondo, a cominciare dalla Siria: dove la troupe inglese del reporter BBC Ian Pannel, Premio Luchetta tv 2013, stava effettuando delle riprese e proprio in quel momento si è visto esplodere davanti una bomba. Una scuola ha preso fuoco, l’ospedale pediatrico è crollato. E due medici volontari inglesi eroicamente lottavano per salvare il salvabile. Non meno toccante, spostando la telecamera sul Pakistan, il reportage di Lucia Goracci, “Le bambine non vanno a scuola”, realizzato per Doc 3 e premiato quest’anno nella sezione Alessandro Ota. E’ la straordinaria storia di Manala Yousafszai, una bambina che con coraggio, determinazione e cuore è diventata un simbolo. Con la forza della normalità e della semplicità Malala e le sue amiche stanno trascinando un’intera generazione perché – spiega Malala – “Un bambino, un libro, un insegnante e una penna possono cambiare il mondo, e se chiedete a una bambina pachistana come si combattono i talebani vi risponderà: con l’istruzione”. Dal Pakistan alla Siria, Lyse Doucet è stata la prima corrispondente della BBC ad entrare nel campo profughi di Yarmouk nella periferia di Damasco, e nelle lacrime di un ragazzino ha visualizzato tutta la crudeltà della guerra. Dagli Stati Uniti arriva il servizio di Pablo Trincia de Le Iene, finalista al Premio Ota 2014: con il suo “Little Miss America”, backstage dai concorsi di bellezza per bimbe giovanissime, ci spiega che laggiù i bambini possono essere vittime non della guerra, di attentati o bombardamenti, ma di un fanatismo difficile da combattere: quello dei genitori. Mentre dall’India, e in particolare da Delhi, Riccardo Chartroux del Tg 3 racconterà di un pallone che rotola e diventa un no alla droga e alla criminalità, un simbolo di tolleranza e di rispetto…

Info: www.premioluchetta.it – www.fondazioneluchetta.org


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