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Gaza. Altri tre giornalisti uccisi, appello Ifj all’Onu

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Numerosi i feriti. Morto anche un presentatore sportivo. Sale a nove il bilancio dei cronisti uccisi nell’ultimo mese a Gaza. Condanna dell’Ifj

Negli ultimi giorni altri tre giornalisti hanno perso la vita a Gaza. Si tratta di Rami Rayan, Sameh al-Aryan e Muhammad Daher, tutti palestinesi. Secondo il sindacato dei giornalisti palestinesi, membro dell’International Federation of Journalists, la sera di mercoledì 30 luglio i tre si erano recati nel quartiere del mercato di Shojayah, per documentare i danni di un bombardamento israeliano, quando sono stati colti di sorpresa da una seconda ondata di colpi di artiglieria. Sale così a nove il numero dei giornalisti uccisi nella Striscia dall’8 luglio scorso, quando Israele ha dato inizio all’operazione militare “Margine Protettivo”.

Rami Rayan, fotogiornalista per il Palestinian Media Network, è morto sul colpo. Al-Aryan, 26 anni, è morto poco dopo per le ferite riportate durante il bombardamento. Lavorava per il canale televisivo Al-Aqsa. Mentre il fotogiornalista Muhammad Daher, che era stato trasportato in ospedale in condizioni gravissime, è deceduto due giorni dopo.

Lo stesso giorno ha perso la vita Ahed Zaqout, 49 anni, presentatore sportivo della tv palestinese. È rimasto ucciso nel suo appartamento, nella “torre Italiana”, della città di Gaza, colpita da un altro bombardamento da parte di un aereo militare israeliano. Lo riporta la National Union of Journalists, organizzazione di rappresentanza dei lavoratori dei media con sede a Londra.

Secondo il Committee to Protect Journalists, almeno altri due giornalisti sarebbero stati gravemente feriti nel bombardamento. Si tratta di Mahmoud al-Khassas, del Palestine Network for Press and Media, e Hamid al-Shobaky, cameraman dell’agenzia video Manara. Entrambi sono ora ricoverati in ospedale.

Il presidente dell’Ifj Jim Boumelha ha condannato gli episodi, definendo i giornalisti uccisi “le ultime vittime di una spirale di intimidazione, violenza e omicidi degli operatori dei media in Palestina”. “Quando è troppo è troppo”, ha detto Boumelha, “gli omicidi devono cessare subito e Israele dovrà rendere conto per queste atrocità”. L’Ifj ha infine inviato un appello al segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, per ricordargli l’obbligo dell’Onu di proteggere i giornalisti. L’Ifj e la Faj, la federazione dei giornalisti arabi, hanno inoltre concordato sull’invio di osservatori a Gaza al termine delle operazioni militari.

LDP

Da ossigenoinformazione.it


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