“Gli Stati Uniti hanno storicamente colpe gravi rispetto all’ascesa del terrorismo islamista, fin dai tempi dell’occupazione sovietica dell’Afghanistan e dell’aiuto ai mujahiddin che li combattevano (lì cominciò ad imporsi un certo Bin Laden). Così come catastrofica nei suoi effetti fu l’invasione dell’Iraq contro Saddam di Bush e Blair vent’anni dopo, oltre ad essere una guerra ingiusta. Ma per favore, basta con le bufale controfattuali sull’America che si fece da sola gli attacchi dell’11 settembre e -ultima sfornata – sul capo dell’Isis agente della Cia o del Mossad. Qui, in questa pagina, chi le ripropone non è gradito. Tutte le opinioni, anche le più estreme, hanno diritto di accesso. Gli intossicati di teorie complottiste no”.
Questo è il direttore Mentana sulla sua pagina Facebook di qualche giorno fa. Ma tra gli intossicati di teorie complottiste e i giornalisti che dovrebbero cibarsi del dubbio che coltivano, anche solo per averlo scelto come mestiere, ce ne passa. Dopo qualche giorno di titubanza e accese discussioni tra colleghi, ora che il Times e il DailyTelegraph hanno aperto un’autorevole pista, non possiamo non coltivare qualche dubbio, che non è altro che un riassunto di quelli più autorevoli.
Sia chiaro, nessuno sta mettendo in dubbio che ad un certo punto sia avvenuta un’esecuzione, quella del reporter Foley, ma che sia avvenuta davanti alla telecamera (alle due telecamere). Su chi sia stato il suo boia e perché, meglio non sbilanciarsi. Andiamo con ordine.
Il video è stato girato e montato con cura, ci sono piccoli effetti di post-produzione anche nella titolazione: si vede a occhio, ed è risultato anche da uno studio compiuto da esperti della polizia britannica. Ma non ci vuole un cineasta di Hollywood per realizzare quelle immagini, con quegli effetti. Dunque, confuterei la tesi che un ragazzino in Siria non sia in grado di realizzarlo. Piuttosto, come mai tanta cura nella preparazione di un set, quando di solito i terroristi di servono di riprese amatoriali con il cellulare?
Per quanto riguarda il discorso di Obama e le immagini delle esplosioni (viste con il satellite americano), in testa al video, sorgono altrettanti dubbi: a che serve far vedere il Presidente e i raid americani con i droni (con sottotitolo “aggressione americana”) prima del messaggio?
E veniamo alla questione spinosa: Google e Twitter hanno rimosso dalla rete un video che conteneva immagini di violenza inaudita, a giudicare dalle parole inorridite degli utenti. Utenti che, però, il video non l’hanno visto. Io invece sì. E, come qualche altro giornalista si sta accorgendo in questi giorni, non c’è una goccia di sangue. E non si può dichiarare di vedere un coltello tagliare qualcosa. Lo si vede appoggiato sul collo della vittima, poi va su e giù per meno di un secondo, e poi le immagini sfumano a nero per mostrare, un altro secondo dopo, una testa decapitata adagiata sopra il corpo di Foley. Scena alquanto macabra, ma non c’è alcuna esecuzione violenta in diretta.
Quando è avvenuta la decapitazione? Non nel video che ho appena visto. Cosa significa? Perché nel video non sono mostrati proprio gli attimi del gesto disumano, che fa inorridire il mondo intero, e di cui il mondo intero parla? In fondo, è solo un flebile e semplice dubbio: perché i terroristi autocensurano il loro messaggio all’America?