Un colpo di reni. È quello che serve ora che è estate, che tutto è fermo. Un colpo di reni per restituire dignità ai morti del mediterraneo, ma soprattutto a noi stessi, che viviamo in questa metà del pianeta diventata ricca grazie all’altra metà, che non molto tempo fa chiamavamo “colonia”. Luoghi da cui oggi scappano a migliaia, attraversano il Mediterraneo e spesso affondano e annegano. È successo all’alba del 3 ottobre scorso a poche centinaia di metri da Lampedusa. Quella volta è stata la prima che il mare ci ha mostrato tutte le vittime. È stato un modo per prendere coscienza, da allora è impossibile negare o dire che non sappiamo. Nel mediterraneo si calcola siano 20 mila i morti in dieci anni, numeri che raccontano di una guerra che si consuma di fronte alle nostre coste di fronte alla quale è necessario prendere posizione.
Il prossimo 3 ottobre sarà un anno da quella prima strage evidente. La celebreremo a Lampedusa quella ricorrenza per dire basta morti in mare, per chiedere l’immediata apertura di corrodoi umanitari che consentano a chi scappa guerra, persecuzione e da morte certa di non essere costretto a scegliere una morte probabile su un barcone stracarico di uomini, donne e bambini in fuga.
Quel giorno a Lampedusa sarà dedicato ai superstiti di quel naufragio di ottobre e ai familiari delle vittime. Sono sparsi in tutta Europa oggi, hanno ottenuto lo status di rifugiato politico e noi stiano cercando di farli arrivare a Lampedusa per restituirgli la possibilità di commemorare quella strage che hanno vissuto da clandestini senza nome e senza dignità.
Il colpo di reni dobbiamo darlo per consentire a queste donne e a questi uomini di arrivare sull’isola dell’accoglienza. Sono circa centocinquanta persone. Ognuno di noi può fare una donazione per pagare un biglietto aereo, o anche solo una parte di quel biglietto. Verranno a disegnare le loro storie sui muri dell’isola, a marciare insieme a noi per dire che nessuno deve più morire in quel modo, a lanciare nel cielo, dal centro del mare, centinaia di lanterne luminose che rappresentano ognuna di quelle persone annegate ad un passo dalla salvezza. Il contributo di ognuno di noi servirà a celebrare quella giornata insieme a loro, per guardarli negli occhi ora che sono uomini liberi e per ascoltare quello che hanno da dire perché la loro storia oramai, è anche la nostra.
È importante per la loro dignità, ma soprattutto per la nostra.
IBAN: IT94D0832703243000000003144
intestato a: Comitato 3 ottobre
presso BCC Roma Montesacro
piazza di Monte Gennaro, 49