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Arci: canali di ingresso umanitari e titolo di soggiorno europeo: per evitare altre morti e responsabilizzare tutti i governi dell’Unione Europea

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“Ancora morti. E ancora parole vuote, che non si traducono in azioni concrete per mettere definitivamente fine alle stragi. Sarebbero 250 le vittime del naufragio avvenuto in acque libiche nei giorni scorsi, almeno altre 24 se ne contano fra sabato e domenica nel canale di Sicilia. Intanto le frontiere restano chiuse, la legislazione italiana ed europea non cambia per  l’ostinazione di una politica miope e sorda alle richieste di adottare provvedimenti che salvaguardino la vita e i diritti dei migranti”. Lo scrive l’Arci in un comunicato.

“Se Mare Nostrum salva migliaia di vite, mentre il ministro dell’Interno ne minaccia la chiusura invocando la corresponsabilizzazione dei governi dell’Unione europea, si continua di fatto ad abbandonare  i profughi  nelle mani di scafisti e trafficanti, col rischio, sempre più frequente,  di nuove tragedie. Basta pensare all’attuale situazione in Libia, teatro di combattimenti e violenze dove i rifugiati spesso vengono trattati come fossero una merce su cui fare profitti. Il governo italiano, tanto più in questo semestre di presidenza UE, deve spingere perché venga finalmente adottata l’unica risposta che in questo momento può garantire la sicurezza dei migranti, proponendo l’apertura di canali d’ingresso umanitari dal nord Africa e affidandone la gestione alle Nazioni Unite (che hanno la competenza e l’esperienza necessarie). Contemporaneamente va attivata subito la direttiva sulla protezione temporanea per riconoscere un titolo di soggiorno europeo a coloro che arrivano da aree dove è nota la situazione di conflitto, instabilità o persecuzione. Solo queste scelte possono garantire  il coinvolgimento concreto dell’UE, ponendo fine a quel macabro rimpallo di responsabilità tra Italia e UE cui quotidianamente assistiamo”.


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