L’ostruzionismo appartiene legittimamente alla democrazia. In Stato democratico, esistendo costituzionale opposizione, gli oppositori ostruiscono. Gli emendamenti, circa 7mila, presentati dagli oppositori nel ddl per la riforma costituzionale in corso al (nostro italico) Senato, pertanto non hanno il principale scopo di raggiungere il dialogo, ma anche solo di bloccare (ostruire appunto) i lavori. Quegli emendamenti, infatti, sono per lo più elucubrazioni basate su costrutti sintattici per la serie:: “alla voce più alto sostituire con superiore” e via così andare fino alla concorrenza di migliaia e migliaia di emendamenti: solo per accorparli ci vogliono mesi perché ciascuno è suscettibile di discussione, sicché in ogni caso si potrebbe andare avanti ad libitum.
Lo Renzi il munifico alla legittima forma d’opposizione oppone (scusate il bisticcio) altrettanta legittimità: l’out-out (altrimenti detto tagliola) che oggi è stato fissato per l’otto agosto prossimo.
Questo capo di governo ha impostato la sua politica sul fare (e se del caso strafare) tutto, subito e in fretta. Il suo primario obiettivo: in assoluto distinguersi da tutti i suoi predecessori. In ogni caso la ministra ha promesso che subito dopo l’approvazione sarà indetto referendum tra i cittadini.
Ed è qui che vale la pena di soffermarsi. In questo ddl, tra il resto, è previsto che i referendum saranno possibili con la richiesta di ben 800mila elettori, non più solo 500mila come oggi. Tuttavia la parte più interessante è legata al quorum: si raggiungerà se va a votare la metà del numero dei votanti alle ultime elezioni politiche a differenza d’oggi che il quorum scatta solo se a votare va la metà più uno degli aventi diritto al voto. Stante l’esponenziale numero degli astenuti che stiamo collezionando da qualche anno, vuoi vedere che ‘sto Paese si sta sostanzialmente organizzando per la democrazia diretta, tipo Svizzera?!