Nonostante la grande esposizione ed auto esposizione , il capo del nostro governo è ancora ,in gran parte , un oggetto misterioso .In primo luogo ,un oggetto istituzionalmente misterioso. Si sa più o meno cosa pensa del senato , si sa che gliene importa poco o “punto ” : se non fosse che la sua fama di riformatore per gli stranieri , e quella interna di implacabile abbattitore di ostacoli , non gli lasciano alternative al suo progetto di tenerlo in piedi , ma come un moncherino. Che ci sia , che costi poco o nulla ( praticamente , una riforma microeconomica) e che non conti nulla , in sostanza : la posizione è la più debole tra quelle in campo , ma diventa assai forte per il fatto che è la sua. Sarebbe invece importante sapere che cosa pensa , il capo del governo , del parlamento che resta , ovvero della camera nella quale si concentreranno le funzioni parlamentari costituzionali , legislativa , di indirizzo ,di controllo , di sindacato ispettivo. L’altra , il senato è già psicologicamente un moncherino , con gli ultimi impulsi nervosi.
Si conosce bene ,soprattutto da parte dei meno giovani e degli studiosi della materia , il carattere ” legislativo –governante” delle camere nella cosiddetta prima repubblica , quella della massima stabilità delle maggioranze nella estrema precarietà dei singoli governi : eccezion fatta per il lungo esecutivo di Bettino Craxi , il più “renziano” – o viceversa – , dell’epoca. Solo che mancava l’alternanza al governo , il cui compito era quello di trasferire potere al parlamento e di ratificarne le decisioni . Nel tempo , avremmo visto l’esatto contrario.
Bipolarismo peraltro vero , quello della prima repubblica , inossidabile , duro , pur nella massima e rimpianta correttezza istituzionale. Correttezza alla quale contribuivano non solo i due partiti pilota con i rispettivi satelliti ,ma anche il vecchio movimento sociale , la qualità dei cui parlamentari sarà poi rimpianta e portata ad esempio per tutta la fase successiva, quella della seconda repubblica , la repubblica berlusconiana . Purtroppo solo berlusconiana , dal nome dell’unico protagonista effettivo. Centralità del parlamento , così lo si descrisse all’epoca , con espressione fotograficamente felice , meno dal punto di vista dell’aderenza alla costituzione , che proprio per la sua fedele ispirazione al principio dell’equilibrio tra i poteri non poteva prevedere un ‘ istituzione dominante.
Il parlamento berlusconiano – mera e umiliata succursale dell’esecutivo -, risente del passaggio dalla policentricità della politica alla asfissiante monocraticità del polo protagonista del ventennio – o , almeno , principale protagonista -, tale anche nei periodi di opposizione.
Uno dei principali dubbi sul nuovo campione della politica italiana ,ormai riconosciuto tale anche all’estero , è a quale dei due prototipi possa più fedelmente essere assimilato . Partito tradizionale , di discussione e semmai , solo dopo e semmai , decisione ,il suo , ovvero partito nel qual si parte dalla decisione solitaria e la si ammanta di un esibito corredo dialettico posticcio? O un po’ l’uno e un po’ l’altro , felice sintesi di due opposte e insufficienti visioni ? Discussione e decisione che convivono , da accettarsi dal leader indiscusso e dai suoi “oppositori” ( che non deve diventare una parolaccia , o un insulto per lesa maestà):
Tornando al tema , quale è il parlamento di Renzi ? Primo dubbio che si vorrebbe sciolto , argomento mai sfiorato dall’interessato , deducibile dallo scioglimento del dilemma di cui sopra ,ma , per l’appunto ,solo desumibile.
Ma non è il solo dubbio : ad esempio , ristabilita una tendenziale parità di genere nella diffusa direzione del paese – Matteo Renzi ci potrà riuscire in tempi imprevedibilmente accelerati-, quali saranno i suoi criteri di selezione all’interno della vastissima quantità di nomine che gli spetteranno fino a che reggerà governo e partito? Si riaffaccerà il merito , in ossequio ad un reale criterio di pari opportunità , o ci sarà sempre un riferimento statistico ,oggettivo a governare la distribuzione? Uomo ,donna ,giovane ,anziano ? Si legge in queste ore che il capo del nostro governo , richiestone dalla cancelliera germanica , ha ipotizzato due soluzioni per la guida della politica estera europea ,a seconda ” di cosa serva ,una donna o un uomo”. Non di cosa serva ad una efficace presenza dell’Europa sul complesso scacchiere della politica internazionale ,in gran parte ancora politica bellica ; non a che cosa serva all’Italia per irrobustirsi dentro il quadro europeo ,dopo le marginali presenze degli ultimi governi . Serve un uomo o una donna?
Altro dubbio : Matteo Renzi è un leader che sente la necessità o almeno l’utilità di circondarsi di altri potenziali leader , alimentando così una fisiologica e necessarissima concorrenza? Ovvero a spiccare deve essere uno solo , con un concetto di squadra basato sull’immagine giovanile e sulla concentrazione delle responsabilità ? Forse non immagina , il capo del governo ,che fino ad ora le sue scelte fanno pendere la bilancia verso la seconda ipotesi , l’ipotesi di un nuovo ipotetico ventennio di un uomo solo al comando ,ma non di un paese che metta in campo tutte le proprie risorse nel momento più drammaticamente decisivo della propria storia recente?
Interrogativi , ma solo alcuni , presi a campione dalle ultime vicende. Interrogativi che forse chi è interessato dovrà cercare di risolvere da solo , in assenza di anticipazioni esplicite del capo del nostro governo. Che è bravissimo , impareggiabile a far sapere quello che vuole far sapere , e a nascondere , non parlandone , le zone che devono restare nell’ombra.
A proposito, un altro dubbio: chi è il presidente della Repubblica di Renzi? ” Serve un uomo o una donna”?!