Articolo21 non poteva non farsi promotore di un dibattito sul futuro del servizio pubblico radiotelevisivo. Dall’incontro delle idee, anche le più lontane , nascono i migliori prodotti perchè hanno nel Dna la pluralità. Aggiungo allora la mia: un vero servizio pubblico deve “illuminare” le zone più “buie” della nostra società, deve dare la parola a chi non ha neppure il pane. Un servizio pubblico deve raccontare le storie che radio e Tv commerciali spesso tralasciano. Storie, persone,culture, di ogni parte del mondo.
Anche lo sport, del quale mi occupo, può dire la sua, DEVE dire la sua in campo sociale. Se è vero che i cerchi olimpici raccolgono e uniscono i continenti e i loro abitanti, non possiamo limitarci al semplice racconto di un gol, di un fuorigioco, di un tempo realizzato. C’è molto di più e soprattutto il servizio pubblico deve raccontarcelo. Quando ragazzi e bambini sbarcano dalle motovedette della Guardia Costiera che li hanno tratti in salvo nei nostri mari, spesso li troviamo con vecchie magliette da calcio con i nomi di grandi campioni. C’è un messaggio trasversale che lo sport riesce ad inviare, a trasmettere; un linguaggio semplice , diretto e universale che tutti comprendono. Utilizziamolo allora, sfruttiamolo per conoscerci, per narrare chi fugge da guerre, genocidi lontani…
Ecco anche questo deve raccontare il servizio pubblico che vorrei…..