“Obama preme su Israele: tregua subito”, scrive il Corriere. “Schiaffo di Israele: no al piano USA”, la Stampa. Non ricordo una crisi così evidente nei rapporti tra Stati Uniti e Israele. Maurizio Molinari assicura che Netanyahu può contare sui sondaggi: l’85% dei suoi concittadini non vuole che si fermi l’operazione. Naturalmente i sondaggi andrebbero studiati, ed è verosimile che molti israeliani temano la tregua perché, intervenendo a questo punto, dopo mille palestinesi uccisi, decine di soldati sacrificati e nessun risultato acquisito, essa segnerebbe la prima sconfitta nel conflitto. Ed è chiaro che il governo cerchi di minimizzare il danno: non bombardare più le case in cambio dello stop ai razzi, ma poter continuare le operazioni di polizia a Gaza e sotto Gaza. Obama gli ha però risposto: “tregua umanitaria immediata e incondizionata”. Si capisce come per il Comandante in Capo l’invasione della striscia sia stata un errore strategico, un atto di forza senza prospettiva se non quello di far prevalere in Israele i peggiori istinti. “Selvaggi, barbari, eversivi” – dice Grossman – si fanno avanti e lo stesso Netanyahu potrebbe diventare un loro obiettivo. Come Rabin. Ecco che Netanyahu si fa difendere (con gli Americani) dal suo ministro della giustizia, Tzipi Livni, e si aggrappa all’Egitto, nemico giurato dei fratelli musulmani, cercando di tenere fuori Turchia e Qatar, coinvolti invece dal piano Kerry. Tutto può accadere.
“Riforme, si tratta su immunità e referendum”, assicura Repubblica. La retroscenista del Corriere ci assicura che il premier ha “in agenda incontri con Berlusconi e Alfano”, per modificare l’Italicum senza cambiarne l’impianto, in modo da consentire a Berlusconi di guidare un’ampia coalizione per arrivare almeno secondo alle elezioni. Da Vendola “Renzi aspetta un passo avanti”. Sapete come la penso. Ritirerei gli emendamenti ostruzionistici in modo unilaterale e senza condizioni. L’obiettivo politico non può consistere nel ritardare di qualche settimana il primo sì a una (pessima) riforma costituzionale. La posta in palio è il cuore degli Italiani. Insistere su alcune semplici evidenze: non c’è ragione di mantenere tutti e 630 i deputati, o far nominare 95 senatori dai partiti regionali. Sbagliato rendere più difficile il ricorso ai referendum, sbagliata l’immunità. Quirinale e Corte Costituzionale devono essere protetti dal rischio di una scalata di minoranze trasformate in maggioranze grazie al premio. E, se il Senato deve restare, allora è giusto che si occupi anche delle leggi a tutela dei diritti fondamentali.
“Tutti i guai di Renzi” titola il Giornale e Vittorio Feltri pronostica (o auspica?) che il fiorentino faccia la fine di Monti. Ilvo Diamanti, su Repubblica, osserva però che la popolarità di Renzi è persino aumentata negli ultimi giorni. È probabile, spiega, che “questo serrato e confuso dibattito parlamentare sulle riforme istituzionali contribuisca a rafforzare il governo e Renzi. Perché, al di là delle intenzioni degli attori, e del governo per primo, di fatto, concentra l’attenzione dei cittadini in direzione diversa da quella, assai più critica, delle riforme sul fisco, sull’economia e sul lavoro. Molto più difficili da realizzare. Il fragore del dibattito parlamentare, inoltre, copre anche i problemi della nostra economia, marcati dalle stime sulla crescita del PIL, corrette al ribasso. E lascia sullo sfondo gli indici di un disagio sociale sempre più diffuso”. Perciò, secondo Diamanti, il premier potrebbe essere tentato dal chiedere le elezioni.
Ma se Renzi si dimettesse, pronostica Vittorio Feltri, “Giorgio Napolitano, abituato a gestire la Repubblica come un negozio di frutta e verdura, nominerà pro tempore un tecnico che ci strangolerà con nuove imposte, infine indirà elezioni anticipate che Matteo punterà a vincere nella speranza, vana, che i compatrioti siano dalla sua parte. Non sarà così. Anche Monti si illudeva di vincere con Scelta civica alle urne, viceversa è stato cancellato dalla mappa politica. Caro Renzi, sa perché glielo dico? Ieri ho letto il fondo del Corriere, scritto da Antonio Polito, in cui si afferma che lei non ha compreso un tubo. Se certe cose le dice il Corriere significa che lassù, in alto, i padroni hanno il pollice verso. Si riguardi!”
Per una volta giochiamo al gioco di Feltri, Il Corriere oggi in edicola così titola “L’ingorgo estivo delle tasse. Sono 20 milioni i contribuenti coinvolti, 410 gli adempimenti”.