Rapporto del centro Idos. Mentre il saldo tra imprese italiane aperte e chiuse registra un -1,6%, quello delle imprese immigrate tocca un +9,5%. Maggiore presenza al nord. L’imprenditoria femminile aumenta: 117.703 aziende
ROMA – Non temono la crisi le imprese guidate da titolari immigrati in Italia. Nonostante le difficoltà economiche vissute negli ultimi anni dal paese, queste realtà sono in continua crescita. Infatti, mentre il saldo tra imprese italiane aperte e chiuse registra un -1,6 per cento, quello delle imprese immigrate tocca quota +9,5 per cento. I dati sono contenuti nel nuovo rapporto “Rapporto Immigrazione e Imprenditoria 2014” realizzato dal Centro Studi e Ricerche Idos, in collaborazione con Unioncamere, Cna, Camera di Commercio Industria e Artigianato di Roma, MoneyGram e con il supporto dell’Oim e di esperti di altre strutture.
Alla fine del 2013 sono 497.080 le imprese condotte da cittadini immigrati, con un’incidenza dell’8,2% sul totale. L’imprenditoria femminile aumenta: 117.703aziende. In larga parte le imprese sono ditte individuali (l’80,6% del totale), anche se si registra una crescita delle società di capitali e delle cooperative. Al centro Nord si concentra il numero maggiore di imprese, con cinque regioni (Lombardia, Lazio, Toscana, Emilia Romagna e Veneto) che, da sole, raccolgono quasi 6 imprese immigrate ogni 10. Commercio e costruzioni sono i settori più comuni, mentre le nazionalità più diffuse tra i titolari sono quella marocchina, rumena, cinese e albanese. Dai dati emerge un difficile accesso al credito da parte di questi imprenditori, anche se il rapporto con le banche è in miglioramento. (gig)
Su Rs l’Agenzia di Redattore sociale i lanci del rapporto Idos: i numeri dell’imprenditoria straniera, il rapporto degli imprenditri stranieri con il credito e il rapporto tra nazionalità e settore di impiego