Ambasciatore Na’or GHILON,
le scriviamo colpiti per l’uccisione dei tre giovani autostoppisti israeliani rapiti, seguita dall’omicidio di un ragazzo arabo. Mai come in questi drammatici frangenti occorre l’assoluto controllo dell’istinto di vendetta, per affermare il principio di giustizia. Altrimenti, c’è l’abisso delle rappresaglie, il modo più rapido per estendere l’epidemia dell’odio.
Il recente incontro in Vaticano tra i capi di stato di Israele e Palestina aveva fatto sperare il mondo nella ripresa di un dialogo costruttivo di pace. Ma come sempre, appena si prova a ricomporre questa dolorosa ferita, i nemici della pace in entrambi gli schieramenti colpiscono, per distruggere ogni minima speranza.
Ambasciatore Na’or GHILON
chi vuole la guerra infinita tra Israele e Palestina va isolato. Con il coraggio di indagini rigorose che portino all’individuazione e alla condanna dei colpevoli, senza ritorsioni indirette. Il contesto di nuovi insediamenti israeliani sui territori palestinesi non aiuta a decongestionare la situazione, ma occorre comunque lucidità e legalità, se si vuole circoscrivere questo incendio d’odio.
Come cittadini italiani, ci uniamo al dolore delle famiglie israeliane e a quella araba colpite da questi 4 brutali delitti.
Come amanti della pace, siamo costantemente mobilitati per sostenere la fine di ogni provocazione e la progressione delle trattative, che non debbono né interrompersi, né retrocedere di fronte a questi brutali omicidi.
Con tenacia e speranza
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