Iacopino duro contro l’Fnsi: “Alto tradimento nei confronti di tutti i giornalisti”. Butturini (Asr) replica a Siddi: “Contratto sbagliato, iniquo e inutile. Gran parte dell’informazione si produce fuori dalle regole”
ROMA – L’Ordine dei giornalisti farà ricorso al Tar contro la delibera sull’equo compenso e contro il nuovo contratto firmato da Fnsi e Fieg. Lo ha annunciato il presidente dell’Ordine nazionale Enzo Iacopino nel corso dell’assemblea a Roma “Per un sindacato dei giornalisti”, sul “no al contratto, no all’accordo su equo compenso e lavoro autonomo”. “Porteremo davanti al Tar il governo, la Fnsi, la Fieg e l’Inpgi, che hanno votato a favore dell’equo compenso, per violazione di legge e sviamento di potere – ha detto Iacopino – porteremo Fnsi e Fieg davanti ai giudici anche per l’apprendistato professionalizzante perché viola leggi dello Stato”. Il presidente dell’Ordine ha commentato duramente l’accordo sul lavoro autonomo e il nuovo contratto: “E’ evidente che queste due carte non tutelano la categoria. Credo che chi ha sottoscritto quei due documenti sia responsabile di alto tradimento nei confronti dei giornalisti”.
Iacopino ha inoltre affermato che “l’equo compenso non riguarda solo i giornalisti autonomi o freelance, ma riguarda tutti”, ricordando che gli iscritti all’Fnsi, organismo che ha la rappresentanza esclusiva dei giornalisti al tavolo con gli editori, “non sono neanche il 16% della categoria”. Iacopino annuncia ricorso al Tar sulla base di un parere ricevuto da uno studio legale, in cui si sottolinea come la commissione governativa che ha deliberato l’equo compenso sulla base dell’accordo Fnsi-Fieg, presieduta dal sottosegretario all’Editoria Luca Lotti, “è andata ben oltre i limiti di delega attribuiti alla stessa dal legislatore” e “incorrendo in ipotesi di violazione di legge e di sviamento di potere”. Secondo gli avvocati consultati dall’Ordine, la legge sull’equo compenso “definisce l’equo compenso dei giornalisti iscritti all’albo non titolari di rapporto di lavoro subordinato”. Mentre la Commissione ha cercato di circoscrivere l’ambito di applicazione a un numero più ristretto di soggetti, in questo caso i giornalisti con cococo, ed escludendo il lavoro autonomo libero professionale. Sarebbero state dunque violate le disposizioni della legge.