Dopo 23 anni di assenza l’Italia torna in Somalia con il nuovo Ambasciatore Fabrizio Marcelli che ieri ha ricevuto le credenziali dal Presidente Hassan Sheikh Mohamud. A sottolineare il nuovo corso dei rapporti tra Italia e Somalia, arriva oggi a Mogadiscio il Vice Ministro degli esteri e Capo della Cooperazione Lapo Pistelli che avrà incontri istituzionali ai più alti livelli con lo scopo di restituire all’Italia la sua posizione storica di interlocutore privilegiato della Somalia tra i paesi occidentali. Pistelli arriva a Mogadiscio per la storica ricorrenza della Festa dell’indipendenza somala del Primo Luglio.
L’ultimo Ambasciatore italiano in Somalia è stato Claudio Pacifico, che fu anche l’ultimo esponente internazionale a lasciare Mogadiscio nel 1991 dopo che tutte le altre rappresentante diplomatiche, comprese l’ONU e la Croce Rossa, l’avevano abbandonata a causa dell’esplosione della cruenta guerra d’artiglieria tra le opposte fazioni che avrebbe demolito lo Stato somalo dalle fondamenta innescando oltre vent’anni di guerra civile.
Se quello italiano fu l’ultimo Ambasciatore a partire da Mogadiscio, l’Italia non è stata però la prima a tornarci. La Turchia, infatti, ha battuto tutti gli altri Paesi e per prima ha stabilito rapporti diplomatici con la Repubblica Federale Somala sorta nell’agosto 2012 al termine dei dodici anni del Governo di Transizione, Nazionale prima e Federale poi. Poco dopo la Turchia hanno aperto le loro sedi diplomatiche la Gran Bretagna, il Canada, il Giappone… Gli Stati Uniti hanno già costruito la loro Ambasciata e il Presidente Obama ha annunciato l’arrivo a breve del suo nuovo ambasciatore. L’Italia, invece, ha già da oggi il proprio Ambasciatore, ma la sede diplomatica è ancora da costituire in un’area vicina all’aeroporto considerata tra le più sicure della capitale.
Finora l’Italia ha avuto, con l’Ambasciatore Andrea Mazzella, un proprio Delegato Speciale del Governo Italiano presso la Repubblica di Somalia con sede a Nairobi. Da ieri il nuovo Ambasciatore Fabrizio Marcelli risiede direttamente Mogadiscio. L’importanza di questo momento storico potrà tradursi, non solo nel supporto che l’Italia può dare all’organizzazione del nuovo Stato somalo sotto il profilo istituzionale e culturale, ma anche sotto l’aspetto economico.
Gli oltre tremila chilometri di costa somala lungo l’Oceano Indiano sono tra i più pescosi per i pesci più pregiati, dai tonni alle aragoste. Le terre tra il Juba e lo Shabelle, chiamate la Mesopotamia somala, sono tra le più fertili del mondo e i pomodori vi maturano in un mese. L’esportazione di bestiame da carne è seconda solo all’Australia e molti italiani ricordano ancora le banane “Somalita” (dalla crasi tra i nomi Somalia e Italia), famose per la dolcezza. Per non parlare delle ricchezze minerarie, dal petrolio al gas.
Ora che anche l’Italia ha il proprio Ambasciatore a Mogadiscio, l’arrivo del Capo della Cooperazione italiano contribuirà ad avviare da subito la ripresa di tutti quegli accordi bilaterali, dalla cooperazione universitaria ai commerci, che hanno reso indelebile il ricordo dell’Italia in Somalia e della Somalia nel cuore di tanti italiani.
Fonte: http://primavera-africana.blogautore.repubblica.it/?ref=HROBA-1