Mentre scriviamo queste righe, il contratto di lavoro non è ancora stato firmato. Mentre le leggete, è possibile che l’accordo fra Fnsi e Fieg sia stato raggiunto. Se ciò è accaduto, va detto che non è, forse non poteva nemmeno essere un buon contratto, ma è l’unico possibile nella situazione data. C’erano molte aspettative, nei mesi scorsi, soprattutto per il lavoro autonomo. Il risultato (forse) portato a casa è lontano dalle attese che si erano sviluppate nella categoria. E’ un accordo quasi da tempi di emergenza, che poi sono quelli che viviamo nel mondo del giornalismo e dell’editoria. Un accordo per salvare il sistema, gli enti di categoria, in definitiva la nostra professione. Convinti come siamo che restare senza contratto sarebbe il guaio peggiore. Soprattutto per le realtà più piccole e meno garantite.
Vediamo allora le novità più importanti che dovrebbero essere comprese nel nuovo contratto.
Mercato del lavoro. Nell’accordo la presa d’atto della normativa di legge sulla acasualità dei contratti a termine per 36 mesi, fermi restando i limiti numerici di utilizzo già previsti dall’art.3 del contratto.
Come nuova tipologia contrattuale l’utilizzo del contratto di apprendistato professionalizzante (36 mesi). Il trattamento economico sarebbe quello contrattuale del praticante per i mesi di praticantato, successivamente incrementato, fino a un massimo di 18 mesi, del 10%. Al termine dei 36 mesi si applicherebbe, per l’eventuale periodo residuo, il trattamento minimo del redattore ordinario con meno di 30 mesi di anzianità fino alla maturazione del requisito. Per i giornalisti disoccupati, la possibilità per le aziende di assunzione con applicazione del trattamento economico del redattore ordinario -30 con contratto a tempo determinato o indeterminato. In entrambi i casi ci sarebbe una riduzione contributiva, maggiore se il contratto è a tempo indeterminato. Per i giornalisti inoccupati (mai iscritti alla gestione principale lnpgi), nonché i giornalisti che abbiano in corso un contratto co.co.co., sarebbe prevista, per facilitarne l’assunzione, sempre per 36 mesi, una retribuzione di ingresso inferiore a quella del redattore ordinario -30. Anche in questo caso, le agevolazioni contributive sarebbero maggiori nelle assunzioni a tempo indeterminato. Le risorse all’editoria previste dalla legge di stabilità sarebbero orientate a verifiche periodiche fino al blocco degli incentivi in caso di scarsa utilizzazione da parte delle aziende.
Ammortizzatori sociali. Nell’accordo un intervento del Governo per finanziare un limitato sostegno ai prepensionamenti di cui alla legge 416/81, nonché un ulteriore intervento del Governo per il finanziamento parziale degli ammortizzatori sociali. L’aliquota contrattuale a sostegno degli ammortizzatori sociali a carico delle aziende dovrebbe essere incrementata dell’1% per un triennio. L’lnpgi procederà a una razionalizzazione degli ammortizzatori sociali.
Lavoro autonomo. Nel nuovo contratto precisi limiti di utilizzazione del lavoro autonomo, nonché il diritto alla firma, la copertura previdenziale integrativa, l’assicurazione infortuni, la richiesta al Governo di portare i co.co.co. nella gestione principale dell’Inpgi. Sul piano remunerativo si riterrebbe “economicamente dipendente”, secondo quanto definito nella delibera di attuazione della legge sull’equo compenso, un reddito annuo minimo di 3mila euro. Su questo livello retributivo sarebbe individuato il numero di prestazioni minime per quotidiani, periodici, agenzie di stampa e testate giornalistiche on line. La Fnsi ha chiesto che anche ai co.co.co. sia riconosciuta la copertura Casagit, la Fieg finora si è dichiarata contraria.
Indennità ex fissa. L’eliminazione del fondo ex fissa (che rischia di essere dichiarato insolvente dal Governo) prevederebbe un regime transitorio in base al quale tutti coloro che hanno inoltrato domanda di liquidazione all’Inpgi alla data di sottoscrizione dell’accordo, percepiranno l’indennità rateizzata in 12 annualità, con un tasso di incremento del 2%. Ai giornalisti che al momento della sottoscrizione dell’accordo hanno maturato 15 anni di anzianità aziendale, verrà riconosciuta un’indennità calcolata sulla media retributiva degli ultimi 15 anni e nella misura massima di 65mila euro, erogata al momento del pensionamento con una rateizzazione di 15 anni e un tasso di incremento del 2%. Ai giornalisti che al momento della sottoscrizione dell’accordo hanno maturato almeno 10 anni di anzianità aziendale verrà riconosciuta al momento del pensionamento una indennità variabile a seconda dell’anzianità da un massimo di 10mila a un minimo di 2mila euro. L’accordo prevederebbe un prestito dell’lnpgi al Fondo che le aziende remunererebbero con una percentuale mensile (0,35%) calcolata sul monte retributivo complessivo della popolazione dipendente, allo scopo di poter assicurare la liquidazione delle prestazioni in attesa. Attualmente l’attesa per la liquidazione dell’ex fissa è salita a otto/dieci anni dal momento in cui il giornalista va in pensione. Soltanto i giornalisti Rai ottengono attualmente l’ex fissa entro pochi mesi dal pensionamento.
Queste le basi dell’accordo al quale Fnsi e Fieg hanno lavorato in questi mesi. Se la firma non è stata posta, e se non lo sarà in queste settimane, è probabile che i tempi del nuovo contratto si allungheranno di molto.
*presidente Assostampa Fvg