Una piaga che ormai non ha più confini, ha oltrepassato ogni limite e invade sempre di più gli spazi della nostra vita quotidiana generando sofferenze sconfinate e confinando ogni slancio vitale al rapporto simbiotico ed esclusivo tra giocatore e slot. Queste macchine, progettate per creare dipendenza, attraggono e catturano non solo i giocatori ma chiunque si trovi nel loro ‘raggio di azione’, e non c’è verso di avere soluzioni per arginarle.
Nonostante le leggi regionali, i decreti attuativi stentano ad arrivare e, di conseguenza, l’azzardo può dilagare senza freni nei nostri territori e nei nostri contesti.
Che ne è della necessità di separare il luogo dedicato alle macchinette da quello della vita quotidiana per ridare dignità ai nostri esercizi e a chi li frequenta?
C’è chi prospetta una semplice linea gialla tracciata sul pavimento come barriera e delimitazione di tale zona. E basterebbe questo a confinare la pericolosa attrazione che le macchinette infernali hanno?
Un bambino dovrebbe sentirsi protetto da questo confine fittizio?
Mi chiedo perché vietare l’ingresso ai minori all’interno delle sale giochi quando possono camminare tranquillamente tra le slot all’interno di un centro commerciale o mentre comprano l’abbonamento dell’autobus per andare a scuola all’interno del bar o di una tabaccheria.
E che dire della completa assenza di confini morali dell’ultima trovata che mette in mano alla fortuna addirittura un diritto primario come la casa, portando le persone più disperate a rincorrere un sogno impossibile mettendo a repentaglio la propria sicurezza economica?
È ora di ridefinire i confini di questa società che troppo azzarda nell’andare oltre limiti sempre più labili e definiti dall’arricchimento di pochi e dalla distruzione di troppi!