La Chiesa paga Imu e Tasi (così come la vecchia Ici) per tutti i suoi edifici adibiti a strutture private da cui percepisce rette? No. Monti prima, Letta poi si dettero da fare per sviarci, ma è Renzi il munifico che è passato ai fatti. Il suo ministro Padoan verso fine giugno ha decretato che il parametro di retta annuale, al di sotto del quale l’istituto è totalmente esente da tasse, s’aggirerà tra i 6 e 7mila euro circa. ‘Azz! Per esempio: 6/7mila euro di retta annuale che la famiglia corrisponde per ogni scolaro (cui s’hanno poi da aggiungere emolumenti per riscaldamento, mensa, doposcuola, servizio scuolabus ecc. ecc.) non sono mica discrezionali oboli e offerte! A fronte di cifre di quella portata che potrà fregare ai genitori di quegli scolari -disposti a pagare solo per la scuola del figlio il corrispettivo di 6 mesi di stipendio d’operaio medio che con quei soldi deve mantenere tutta la famiglia- rifondere qualche cinquina d’euro in più per quota da imposta immobiliare da “devolvere” all’erario che così magari meglio garantirebbe tre dignitosi pasti quotidiani a chi fatica a farne uno? Sicuramente frega zero. E allora perché proseguire insistere con cotanta (ac)cattoclericale dimostrazione d’affetto e d’effetto a danno di chi veramente ha bisogno di quel denaro?!
Per stare ancora in tema scuola e -sia chiaro- solo per quanto concerne la sicurezza e l’igiene degli edifici (ché l’istituzionale Istruzione è demandata a capitolati ancor più severi) sta prendendo sempre più piede il volontariato per genitori che, improvvisatisi imbianchini/falegnami/elettricisti/idraulici/impresari di pulizia/ fornitori cartolibrari ecc. ecc. pagano pegno (oltre che Imu e Tasi) provvedendo di tasca ed energie proprie a supplire l’assenza di manutenzione pubblica da più banale ordinaria amministrazione.
E mo’ basta con ‘ste mancanze di doveri pubblici e privati consolidate nel tempo per una sorta d’immunodeficienza acquisita!