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Rifugiati, le star dello spettacolo raccontano le storie dei bambini

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La Giornata mondiale che si celebra il 20 giugno ha tra i protagonisti lo scrittore Khaled Hosseini e gli attori Emma Thompson e Ewan McGregor, testimonial d’eccellenza per l’Unhcr. Per l’Italia il volto della campagna è la cantante Giorgia

ROMA – Si celebra il 20 giugno la Giornata Mondiale del rifugiato, per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle condizioni in cui coloro che sono costretti a lasciare il proprio paese a causa di guerre e persecuzioni. L’evento viene celebrato anche per sostenere gli sforzi di Ong e associazioni per assisterli. Come ogni anno l’Unhcr, Alto commissariato Onu per i rifugiati ha prodotto lo spot ufficiale della campagna, basandosi sulle esperienze che testimonial di eccellenza – attori, registi, cantanti, giornalisti e scrittori di fama mondiale – hanno fatto personalmente nei campi Unhcr in giro per il mondo, a contatto con rifugiati. La cantante Giorgia è il volto e la voce di Unhcr Italia, mentre tra i volti di fama internazionale – più di venti-  spiccano lo scrittore Khaled Hosseini, autore de il libro campione di vendite Il cacciatore di aquiloni e gli attori Emma Thompson e Ewan McGregor. La storia raccontata in video da Hosseini, ad esempio, parte dalla sua vicenda personale: nella metà degli anni ’70, ancora bambino, Khaled lascia l’Afghanistan poichè il padre, diplomatico, ottiene un incarico a Parigi. Nel 1980 la famiglia Hosseini sarebbe dovuta tornare a Kabul, ma l’arrivo dei sovietici li spinge a chiedere asilo negli Stati Uniti e, nello stesso anno, decidono di trasferirsi in California. Da formale rifugiato afgano quale è, Khaled è andato a far visita nei campi dei rifugiati siriani nel nord dell’Iraq come sostenitore di Unhcr. È da qui che racconta la storia di  Payman, una ragazza di 16 anni con il sogno di diventare scrittrice. “La mancanza più forte che si avverte quando si vive lontano da casa -secondo Payman- è l’educazione”, frequentare una vera scuola, così come faceva una volta, quando la sua era una vita “normale”. Nonostante questo però, Hosseini sottolinea la grande forza d’animo dei rifugiati che vivono nei campi, costretti ad ogni sorta di sacrificio, ma estremamente dignitosi nello stesso tempo.

Da redattoresociale.it


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