Rai, pieno rispetto per chi sciopera. Troviamo una strada per realizzare alcuni obiettivi inderogabili

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Come sempre e stavolta,se possibile, anche di più’ ho molto rispetto per quelli che l’11 giugno sciopereranno. Si sta violando l’indipendenza e l’autonomia di un’ azienda editoriale di servizio pubblico, senza aver individuato linee per riformarla. Atto grave,secondo autorevolissimi giuristi incostituzionale,indignazione diffusa all’interno del corpo sociale Rai. Più’ delicato e’ scegliere come rispondere e qui le ricette divergono,ma attenzione a non trasformarci in polli di Renzo. Ancor di più’ da quando la legge sui servizi pubblici essenziali pone forti paletti,dalla rarefazione agli intervalli fra le azioni di protesta l’Usigrai si pone la domanda che fece Togliatti a coloro che con entusiasmo gli raccontavano di aver occupato una prefettura:”E ora ?” Il problema non e’ mettere a verbale di esser ricorsi alla protesta estrema, è, come sta facendo Vittorio Di Trapani,trovare una strada per realizzare degli obiettivi del sindacato, e mi sembra che più’ di qualcosa si sia mosso.Non esiste alla stregua di cogito ergo sum , una sorta di sciopero ergo sum. E il giorno dopo che si fa ? In quest’ottica,pur comprendendo le ragioni di tutti,mi sembra che rasenti l’impudenza l’asserzione di qualche esponente politico-sindacale, in verita’ sconosciuto alle battaglie in piazza che facemmo per la liberta’ di stampa,che accusa l’Usigrai di non aver scioperato nemmeno contro Masi nel 2010. Ma forse e’ un modo per andare meglio al cuore del problema. Chi sciopero’ da solo minimamente turbo’ il manovratore. Lascio’ invece alle parole del medesimo il commento all’iniziativa,senza precedenti nella storia delle relazioni sindacali in Italia di sfiduciare il capo azienda. Nel libro “Un nemico alla Rai” Mauro Masi, insieme a Carlo Vulpio dedica un capitolo a quella che chiama, bonta’ o malizia sua, “l’egemonia dell’Usigrai” e cosi’ rosica:”hanno spinto la loro guerra fino al ridicolo,organizzando persino un referendum interno per la sfiducia nei miei confronti”. Un referendum sul dg, in Rai, mi pare non ci sia mai stato,vero? E Masi risponde:”Mai. Non ci sono precedenti. E tuttavia, pur non essendo previsto da nessuna parte e pur non avendo alcun valore giuridico,hanno tenuto un referendum il cui oggetto e’ stata la sfiducia a Masi”. Affluenza? “Bulgara”. Risultato ? “Bulgaro”. Cioe’?”Novanta per cento dei votanti contro di me”. Qualche mese dopo Mauro Masi lascio’ la Rai.


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