“Operatori dei media sempre più vittime di attacchi, vessazioni e intimidazioni”. Il Rapporto dell’Alto Commissario Onu

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Apprendiamo dal portale d’informazione Panapress che, nei giorni scorsi,  l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani,  Navi Pillay, ha dichiarato che il giornalismo indipendente è fondamentale in ogni società democratica, sottolineando la necessità di garantire la sicurezza degli operatori dei media, sempre più vittima di attacchi, vessazioni e intimidazioni nel corso degli ultimi anni. La signora Pillay, è intervenuta ad una tavola rotonda sulla sicurezza dei giornalisti a Ginevra in occasione della sessione del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite puntualizzando che la sicurezza dei giornalisti è essenziale per i civili, per i diritti politici, quelli economici, quelli sociali e culturali di tutti, nonché il diritto allo sviluppo. Nell’occasione ha ricordato che più di 1.000 giornalisti sono stati uccisi dal 1992 come conseguenza diretta della loro professione, aggiungendo che il 2012 e il 2013 sono stati tra gli anni più letali di sempre, e almeno 15 sono stati uccisi dall’inizio di quest’anno.

Inoltre ha aggiunto che in molti Stati membri, gli autori di questi attacchi potrebbero virtualmente contare sull’impunità e la casistica parla di giornalisti che subiscono molestie e intimidazione, compreso il rapimento, le detenzioni arbitrarie, le sparizioni forzate, l’espulsione, la sorveglianza illegale, la tortura e altri trattamenti punitivi crudeli, inumani e degradanti, per non parlare poi della violenza sessuale contro le giornaliste. Al contempo, l’Alto Commissario ha dichiarato che negli ultimi anni c’è stata una maggiore consapevolezza internazionale sulla frequenza con cui i giornalisti vengono attaccati a causa del loro lavoro, e la necessità di garantirne una maggiore protezione.

Nel contesto ha aggiunto che nel 2012,  l’educazione delle Nazioni Unite, la Scienza e la Cultura (UNESCO), ha sviluppato un Piano d’azione delle Nazioni Unite sulla sicurezza dei giornalisti e sulla questione dell’impunità, che è ora in corso di attuazione in cinque paesi pilota, come l’Iraq, il Nepal, il Pakistan, il Sud Sudan e la Tunisia, mentre altre iniziative sono state prese anche da organizzazioni regionali. L’Alto Commissario ha colto poi l’occasione, per suggerire la creazione di un rapido meccanismo di accesso immediato ai giornalisti quando sono stati minacciati verso le autorità e alle varie misure di protezione, ribadendo che, soprattutto gli Stati, devono combattere l’impunità condannando ogni atto di violenza commesso nei confronti di un giornalista nello svolgimento del suo lavoro d’informazione. La Pillay, ha concluso il suo intervento affermando che garantire la responsabilità per gli attacchi contro i giornalisti è un elemento chiave per prevenire attacchi futuri e l’incapacità di farlo può essere interpretata come tolleranza, o l’acquiescenza alla violenza, e l’indagine e il perseguimento di tutti gli attacchi contro i giornalisti attraverso un sistema di giustizia penale nazionale efficace e funzionante è indispensabile. 


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