La corruzione inizia con la banalizzazione delle virtù.
Basta aggiungere un “ismo” ed è fatta. Così chi chiede maggiore giustizia viene accusato di giustizialismo e chi osa pretendere un briciolo di morale in più nei comportamenti, è già tacciato di moralismo.
A forza di “ismi” ci siamo ritrovati nel grande degrado culturale, dove le infrazioni a bassa intensità della furbizia privata, fanno da sfondo e condono al grande malaffare pubblico. E chi si oppone, viene tacciato di essere ingenuo, bacchettone e persino velleitario, se pretende che le cose cambino.
Insomma, ormai siamo a un passo dall’onestismo.
Allora ribadire una demarcazione tra lecito e illecito non basta più. Occorre debellare la cultura dell’opportunista eticamente ibrido, ligio se costretto e illegale se protetto.
L’unico modo per uscire dal lungo declino che va dai padri costituenti, ai figli costituiti.
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