Renzi e i suoi stretti collaboratori dicono che l’immunità prevista per il nuovo senato non è un problema centrale. Sbagliano e di grosso. Perché nel tema dell’immunità si combina la lotta alla corruzione e il principio di uguaglianza, due esigenze reclamate a gran voce dalla pubblica opinione ed ampiamente eluse dalla classe politica.
La via della riconciliazione tra eletti ed elettori passa proprio dall’abolizione dei privilegi e non è la vendita di qualche auto blu a realizzarla. Tutti abbiamo visto l’abuso dell’autorizzazione a procedere delle camere quando un parlamentare si macchia di reati comuni e siamo esasperati da questa incivile protezione corporativa. Ma forse, anche Renzi e compagni sanno che l’introduzione dell’immunità nel nuovo senato è un argomento elettoralmente sensibile. Lo si capisce dal fatto che non si riesce a sapere chi l’ha introdotta nella bozza di legge. Così, mentre l’intero Paese sta affrontando la più devastante stagione di corruzione e privilegi mai vissuta, abbiamo i politici senza volto che preparano “scudi” per i colleghi ladri.
Dopo i franchi tiratori, ci toccano anche i franchi legislatori.
E’ troppo. Basta.
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