Certo, l’Europa non è la Cina quanto a libertà d’espressione. Eppure anche nel nostro continente, sia pure con importanti differenze tra le varie nazioni, la libera informazione è limitata quotidianamente da episodi di manipolazione o di censura diretta che generalmente passano sotto silenzio. Nemmeno in Europa – nonostante l’attenzione sollevata a livello istituzionale sulla questione – la bandiera della libertà d’espressione può dunque sventolare al riparo dall’insidioso e costante vento della censura. Ed è quasi superfluo ricordarlo sulle pagine di Articolo 21, che da anni si batte contro ogni forma di limitazione del pluralismo, a tutela di uno dei diritti essenziali e costitutivi della democrazia. Ma dove, nel vecchio continente, questo vento spira più forte? Con quali modalità la censura oltrepassa, spesso senza far rumore, la fragile barriera del diritto alla libera espressione per insinuarsi tra le righe dei giornali, sugli schermi televisivi, nel mare magnum dell’informazione on-line? Quali sono i mezzi di comunicazione più colpiti? Sarebbe interessante disporre di dati che permettessero di rispondere a queste domande; sarebbe utile individuare, mappare, misurare, quantificare, la censura sul territorio dell’Unione europea; e sarebbe istruttivo – e per alcuni sorprendente – scoprire quanti giornalisti, blogger, intellettuali, scrittori, sono minacciati e ostacolati ogni giorno nell’esercizio del loro diritto di informare, esprimersi, raccontare. “Riceviamo regolarmente proteste sul livello di libertà dei media, da parte di cittadini, Ong e parlamentari europei”, ha ammesso Lorena Boix Alonso, capo del dipartimento della commissione europea che si occupa di vigilare sulla pluralità dei mezzi di comunicazione. Ed è proprio con la finalità di raccogliere e mappare queste segnalazioni che nasce mediafreedom.ushahidi.com, un progetto avviato su iniziativa della Commissione europea (Directorate General for Communications Networks, Content & Technology) e sviluppato dal sito inglese Index on Censorship in collaborazione con l’Osservatorio Balcani e Caucaso. Si tratta di una piattaforma accessibile a tutti su cui è possibile segnalare in tempo reale episodi di censura. Bastano pochi click per denunciare un caso. Il progetto durerà un anno e consentirà di ottenere un’accurata diagnosi sullo stato di salute della libertà d’espressione sul territorio continentale. A giugno del 2015, se i contributi saranno numerosi, si avrà un archivio delle violazioni alla libertà di espressione indicizzato e consultabile on line, che sarà tanto più dettagliato quante più persone (professionisti della comunicazione o semplici cittadini) daranno il loro contributo. Articolo 21, con la sua esperienza e la sua tenacia nella lotta ad ogni tipo di censura, è un partner ideale per questo progetto. Il suo sostegno e il suo contributo alla diffusione della piattaforma saranno determinanti per il successo di questa iniziativa ambiziosa ed innovativa. Così come quello di tutti voi che leggete queste righe.
* corrispondente da Madrid per il Manifesto e collaboratore di “Index on censorship”