Sino al 22 giugno in vari spazi scenici della città
****
Trenta spettacoli presentati, due Focus (su Cechov e su testi ispirati ai temi dell’infanzia), un omaggio a Eduardo De Filippo a trent’anni dalla morte, svariati registi nazionali. Questi i numeri dell’edizione 2014, in corso di svolgimento sino al 22 giugno.
E’ stato (venerdì scorso) “Reshimo”, lo spettacolo di danza in prima assoluta della compagnia israeliana Vertigo Dance Company, diretta da Noa Wertheim, ad inaugurare in anteprima il Napoli Teatro Festival. Partire dalla danza moderna, non è altro che un “testardo atto di ottimismo nel futuro di questa disciplina – come afferma Luca De Fusco, direttore artistico da ormai quattro anni – perché questo genere sembra in via d’estinzione nel nostro paese.”. La compagnia porterà in scena, in riallestimento per il Festival, Mana, una delle suo coreografie storiche, sorta di viaggio filosofico e mistico tra buio e luce.
Il Focus dedicato al drammaturgo russo Cechov presenterà invece tre diversi “Zio Vanja”: uno per la regia di Konchalovsky, per la seconda volta al festival; uno firmato dall’argentino Marcelo Savignone; mentre Un Vania è la pièce in lingua spagnola ad opera del lettone Rimas Tuminas, fuori dai cliché e clownesco ai limiti del grottesco. Altri importanti capolavori cechoviani permetteranno allo spettatore di affacciarsi alla cultura russa: “Tre sorelle”, nuovamente firmato da Konchalovsky; “Un Gabbiano”, riadattamento originale di “Il Gabbiano”, a cura del giovane Gianluca Merolli; “Il giardino dei ciliegi”, firmato Luca De Fusco.
Il Focus dedicato al mondo dell’infanzia, invece, parte con “Lebensraum” (in italiano “spazio vitale”), del regista svedese Jakop Ahlbom, uno spettacolo divertente e improntato sui contrasti: dalle atmosfere anni Venti con annessa magia del film muto, alla musica rock contemporanea, affidata al gruppo Alamo Race Track. Alvis Hermanis presenterà “Die Geschichte von Kaspar Hauser”, misteriosa storia di un principe ereditario o di un comune imbroglione risalente al 1828. La vicenda, ancora oggi avvolta nel mistero, ha solleticato la fantasia di scrittori, registi e compositori. Hermanis ne richiama il mistero mettendo in scena dei protagonisti bambini, travestiti da anziani, le cui azioni vengono guidate da attori vestiti di nero. Sempre nell’ambito del Focus sull’infanzia, Fortunato Cerlino firma la regia di Making Babies, tratto dal libro della scrittrice irlandese Anne Enright e ripercorre, in prima assoluta, le fasi della maternità dall’inizio della gravidanza fino al secondo anno di età del bambino.
Nel Focus ritroviamo anche “Arrevuoto 2014” nono movimento Donogoo, progetto di teatro e pedagogia curato da Maurizio Braucci e Roberta Carlotto: partendo dal testo di Jules Romains, Donogoo, la performance riflette sul tema della modernità come concetto costruito dagli interessi finanziari. In un focus sull’infanzia poteva, poi, mancare una delle più famose favole conosciute al mondo? Sarà infatti il regista spagnolo Gustavo Tambascio a riadattare il ricorrente “Pinocchio” di Collodi. Qui, la favola del burattino di legno diventa pretesto per omaggiare il mondo del circo, grazie a giocolieri, acrobati, musica e continui giochi di luci.
Anche quest’anno, il NTFI può considerarsi un cantiere teatrale internazionale: sono tre gli spettacoli a nascere da residenze artistiche e da audizioni che si sono tenute in città. Tra questi, il già citato “Giardino dei ciliegi” di De Fusco, “Finale di partita” di Samuel Beckett, intriso di cultura partenopea, firmato Lluis Pasqual e che vede Lello Arena come protagonista. Il terzo è lo spettacolo ad opera di Marco Sciaccaluga, “Il Sindaco del rione Sanità”, con il ‘grande’ genovese Eros Pagni ad interpretare i panni di De Filippo. Numerosi sono poi gli attori di teatro e cinema che partecipano all’evento. Tra questi, ricordiamo Michela Cescon in Good People, performance diretta da Roberto Andò e tratta dal testo omonimo del Premio Pulitzer per il teatro del 2007, David Lindsay-Abaire. La storia si svolge a Boston, tra dialoghi spiritosi e fatalità esistenziali.
Non potevano mancare, in questa panoramica, alcuni dei più importanti registi italiani e partenopei. Da non perdere, quindi, lo spettacolo “Scende giù per Toledo”, dal testo del ’75 di Giuseppe Patroni Griffi, per la regia di Arturo Cirillo. La pièce racconta la vita travagliata, tra gioia e malinconia, di Rosalinda Sprint, travestito napoletano in cerca di amore. “Dolore sotto chiave” di De Filippo, sarà rivisitata e diretta da Francesco Saponaro, in prima assoluta al Teatro San Ferdinando. L’Accademia di Belle Arti di Napoli ospiterà poi la pièce di Manlio Santanelli, Per oggi non si cade, la cui regia è affidata a Fabio Cocifoglia. Il testo è costituito da un insieme di episodi ambientati in una Napoli da cui è sparita la forza di gravità. Il regista partenopeo Davide Iodice presenta invece “Mettersi nei panni degli altri | Vestire gli ignudi” d’ispirazione palesemente pirandelliana.
La riflessione si sposta qui sulla crisi della società contemporanea e sul concetto di empatia, di relazione vitale. Dell’american dream si parlerà in “Amerika”, un fortunato riallestimento affidato alla regia di Maurizio Scaparro. Il testo kafkiano, riadattato da Fausto Malcovati, ci racconta la storia dell’emigrante Rossmann alla continua e infruttuosa ricerca del benessere. Presente nell’edizione del 2012 con “Igiene dell’assassino” della scrittrice belga Amélie Nothomb, ritorna al Napoli Teatro Festival Alessandro Maggi, questa volta con “Peggy Guggenheim – Donna allo specchio” di Lanie Robertson.
Molti altri spettacoli faranno parte della settima edizione di questo festival, tra i più seguiti di tutto il panorama estivo, che si avvale di location inusuali. Ancora una volta, sarà il Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa ad ospitare parte delle performance, tra la Sala dei 500, la Sala Cinema, l’Arena e la Sala delle Locomotive.