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La pace è un diritto ma gli Stati non vogliono riconoscerlo

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“La pace è sempre più necessaria e urgente ma alcuni Stati non vogliono perdere il potere di fare la guerra. Per questo non vogliono riconoscere che la pace è un diritto fondamentale della persona e dei popoli. Contro questa assurda pretesa sono intervenuti ieri a Ginevra, al Palazzo delle Nazioni Unite, i rappresentanti delle città e delle organizzazioni italiane che si stanno battendo per il riconoscimento internazionale del diritto alla pace”. A scriverlo è il Comitato Promotore della Marcia Perugia-Assisi.

“E’ inaccettabile che non si riesca a mettere per iscritto che la pace è un diritto fondamentale di tutti gli esseri umani” ha detto in modo chiaro e forte il prof. Antonio Papisca del Centro Diritti Umani dell’Università di Padova. “Ancora più incomprensibile e intollerabile, ha rimarcato Flavio Lotti del Comitato Promotore della Marcia Perugia-Assisi, è l’atteggiamento dell’Europa che, nonostante la sua tragica storia, riesce a dividersi anche sull’affermazione di un principio così elementare”.
“La pace non è solo un’esigenza morale ma una necessità concreta a cui deve corrispondere l’obbligo giuridico a operare coerentemente per la sua attuazione. Per questo abbiamo bisogno di approvare una risoluzione che apra la strada a un nuovo e più deciso impegno della comunità internazionale in favore della pace” ha affermato Mons. Silvano M. Tomasi, Osservatore Permanente della Santa Sede alle Nazioni Unite a Ginevra.
“Papa Francesco ci incoraggia ad agire con determinazione contro tutte le guerre e i trafficanti di armi facendo in modo che il diritto alla pace possa essere effettivamente attuato in tutto il mondo”, ha ribadito p. Egidio Canil del Sacro Convento di Assisi.

Un momento molto significativo della giornata è stata la consegna ufficiale da parte dei sindaci con fascia tricolore dei 100 ordini del giorno per il riconoscimento internazionale del diritto umano alla pace approvati dai Consigli comunali, provinciali e regionali. “Si tratta di una iniziativa senza uguali in altre parti del mondo di cui possiamo essere fieri” ha ribadito il presidente del Coordinamento Nazionale Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani Andrea Ferrari. “Le città che stanno attraversando un periodo molto difficile sentono il bisogno di dare nuova sostanza e concretezza alla pace e chiedono agli stati di fare altrettanto”.

Dalla Santa Sede e dall’Ufficio dell’Alto Commissario per i Diritti Umani è venuto l’incoraggiamento ad estendere a livello europeo e internazionale la mobilitazione avviata dall’Italia. Di fronte alle opposizioni bisogna intensificare la lotta per i grandi ideali della pace sapendo che le ragioni del diritto sono dalla nostra parte.Nel corso della missione al Palazzo delle Nazioni Unite di Ginevra, la delegazione italiana ha incontrato l’Ambasciatore Christian Guillermet Fernandez, Presidente del Gruppo di lavoro intergovernativo del Consiglio Diritti Umani delle Nazioni Unite, l’Ambasciatore Maurizio Enrico Serra, Capo della Missione Permanente dell’Italia, il dott. Gianni Magazzeni dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani e i rappresentanti di Franciscans International e della Comunità Papa Giovanni XXIII.


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