Cos’è il Partito della Nazione. Caffè del 17 giugno

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La cronaca, due storie criminali con sangue come al solito di donne e bambini, cacciano per un giorno la politica dalle prime pagine. “Schifezze di uomini”, titola il Giornale.”Uccise Yara, tradito dal DNA”, Corriere della Sera. Repubblica: “È lui l’assassino di Yara”, poi dà conto dell’altra storia “Massacra moglie e figli poi va a vedere l’Italia”. Interessante come ci si trovi di fronte a due indagini giudiziarie diverse ma entrambe andate a buon fine.  In tutti e due i casi l’assassino era là sotto gli occhi di tutti. A Motta Visconti, un marito, innamorato di un’altra, uccide la moglie dopo un rapporto sessuale, poi ammazza i suoi bambini di 5 anni e di 21 mesi, poi cerca di farla franca simulando una rapina e se ne va a vedere la partita con gli amici, a ridere e bere birra. Qui l’indagine è stata tradizionale, un interrogatorio stringente, pressione psicologica alla Maigret fino a rivelare la doppia personalità dell’assassinio.

Nel caso di Yara Gambirasio ci sono invece voluti 4 anni. Perché a Brembate di Sopra il primo riflesso è stato di cercare il diverso, lo straniero di passaggio (fu fermato un magrebino!) perché un paesano, uno di noi, non poteva averlo fatto. Però da una macchia di sangue sul corpo di Yara e dopo 18mila analisi del DNA si è risaliti a un uomo morto nel 1991 e di una sua storia d’amore degli anni 70 con una donna sposata. Da quella storia nacquero due gemelli, che portavano il nome del marito tradito, e uno dei gemelli, ora sposato con tre figli, rispettabile artigiano muratore, con gli occhi azzurri e la faccia affidabile, ha il profilo biologico di chi uccise Yara. Maigret e il DNA, le comunità che tendono a rimuovere, gli inquirenti che non mollano l’osso. Questa volta sembra aver funzionato.

Scrive il Fatto “Non si muore per Mineo. Ai dissidenti Pd basta Zanda per ricredersi”. “Tregua nel partito, rientrano i 14 auto sospesi”, scrive il Corriere. Poi spiega quali siano state le “aperture” concesse da Zanda nelle tre ore di confronto con i “ribelli”. La prima è una dichiarazione solenne “l’articolo 67 (della Costituzione) sulla libertà di mandato è sacro”. Dunque ogni parlamentare ha il diritto di esprimersi e di votare secondo coscienza in aula e in Commissione. Tuttavia, sostiene Zanda, quando nelle Commissioni questa libertà può danneggiare la strategia e la tattica della maggioranza, il partito ha il diritto di revocare il mandato ai suoi membri in Commissione. La seconda “apertura” è una specie di onore delle armi: ai ribelli si riconosce di aver agito in forza delle loro idee e dunque non con intenti personali e poco trasparenti.  «Non siamo conservatori, né frenatori — è la formula con cui Chiti ufficializza l’avvenuta riabilitazione — Non vogliamo la palude né abbiamo usato il partito come un taxi”.

Repubblica: “Gli auto sospesi firmano l’armistizio”. Sotto un’intervista a Civati. Considera il caso chiuso? “Io temo di sì – è la risposta – Che ci sia una chiusura dei vertici del Pd è sicuro. C’è il tentativo di rivendicare una posizione molto dura. Ho cercato una mediazione prima dell’assemblea nazionale, ma non è andata a buon fine. Quei senatori  saranno chiamati a votare in aula. Non credo che Renzi li abbia messi nella migliore disposizione d’animo”.

In verità questa battaglia del senato, lasciate che la chiami così con un pizzico di ironia, ha avuto il suo peso. Ora è chiaro cosa sia il Partito della Nazione, nato dal 40,8% alle Europee. Un partito dove possono convivere sensibilità e culture diverse, malumori e persino progetti alternativi, se proiettati in un futuro lontano. Ma l’onore e l’onere della politica spettano a uno solo, al segretario e premier, a Matteo Renzi. Il tentativo di aprire un confronto politico con Renzi è fallito. Tuttavia la battaglia ha avuto il merito di sottoporre all’attenzione della pubblica opinione un tema fondamentale, quello dei contrappesi indispensabili per evitare che leggi costituzionali, elezione del Presidente della Repubblica e degli organi di garanzia, difesa dei diritti fondamentali, finiscano nella piena disponibilità di un governo costituito grazie a una legge maggioritaria.

Ora una parte dell’opinione, di destra come di sinistra, e una minoranza non trascurabile degli iscritti al Pd, hanno  maggiore consapevolezza del problema. E questo giocherà un ruolo nei prossimi mesi, quando Renzi dovrà passare dalla costituzione del suo Partito della Nazione alla realizzazione di alcune proposte persalvare la Nazione.

Da corradinomineo.it


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