Lo Renzi il munifico s’ira perché tutto il suo gran daffare e tutti gli sforzi suoi per accreditare il Paese all’onor del mondo s’annientano, svaniscono, spariscono a fronte del (bastardo) Mose. Ha ragione. Se non altro perché si rende conto che essere nuovo capo di governo mica è sufficiente per abbattere l’infernale dantesco passato! Il Paese si trova inzuppato in più gironi infernali ospitanti corrotti, ladri, sporcaccioni di stampo mafioso e no che ancora la fanno da padroni. Dal che non basta voler dimostrar d’essere onesti e capaci dichiarando l’intenzione di partire da (ipotetico) zero: è indispensabile (vitale) sapere prima azzerare il DNA esistente e insistente e per farlo è necessario entrarci dentro. Per quanto paradossale, la pena del contrappasso spetta al “nuovo” che vuole dimostrare d’essere onesto. In quanto onesto (già sarebbe da onorare) può rinunciare, altrimenti se ne deve fare ragione e carico, ma in tal senso agire però di conseguenza.
Sono buoni gli 80 euro aggiunti nella busta paga di coloro che (ormai da anni) arrancano già attorno al 20 del mese, ma se non si ha intenzione d’entrare nel merito delle famiglie che stanno in quello stato (questo Stato) perché depredate dalle (bastarde) Grandi Opere costruite, da costruire e in costruzione e dall’amministrazione/manutenzione delle Vecchie -ove primeggia senz’altro la nostra compagnia di banderuola Alitalia- ebbene, che Renzi lasci pur perdere giusto per evitarci (almeno) ulteriore prosecuzione per babbioni&babbiate.