di Andrea Palladino e Andrea Tornago*
Toxicleaks.org – È la madre di tutte le navi dei veleni. È la pistola fumante che un gruppo di investigatori – con a capo il capitano Natale De Grazia – ha cercato per mesi. Un cargo con una storia ancora oggi avvolta da misteri, gestito – nel suo ultimo viaggio – da una rete di trafficanti, funzionari delle dogane corrotti, imprenditori abituati a parlare in codice. Si chiama Rigel, ufficialmente affondata il 21 settembre 1987, al largo del capo di Spartivento, nelle acque della Calabria. Secondo una fonte confidenziale del nucleo investigativo della Forestale di Brescia trasportava uranio additivato, ovvero materiale strategico. Per la Guardia di Finanza di La Spezia – che indagò per anni sull’affondamento – si trattava di una gigantesca truffa nei confronti delle assicurazioni.
Sul caso Rigel sono stati desecretati alcuni documenti provenienti dai servizi di sicurezza e acquisiti alla commissione d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti della XVI legislatura, che si è occupata del caso delle navi dei veleni e della morte di Natale De Grazia. Nei prossimi giorni sarà possibile leggere i dossier declassificati. Della Rigel si occupò il Tribunale di La Spezia, con quattro differenti processi, tutti nati dall’inchiesta della Procura. Le ipotesi di reato iniziali erano particolarmente gravi: tentata truffa aggravata e danneggiamento di nave seguito da naufragio (articolo 429 del Codice penale). Durante le indagini la Guardia di Finanza cercò di ricostruire il carico della nave, che appariva decisamente curioso. Si trattava in buona parte di cianfrusaglie, qualche automobile usata (marca Mercedes), blocchi di cemento, tondini di ferro, granulato di marmo. Nel 1995 la pretura di Reggio Calabria iniziò ad approfondire il caso, ipotizzando che quella sorta di bazar ambulante nascondesse un carico tossico e che l’affondamento fosse servito in realtà a camuffare uno smaltimento illecito nelle acque del mediterraneo. Nacque così l’espressione di “nave a perdere”, ovvero carrette a basso valore commerciale utilizzate per affondare scorie tossiche. La storia giudiziaria della Rigel è contraddittoria. Come si può vedere dalle sentenze – che Toxicleaks pubblica per la prima volta – i risultati dei processi sono stati differenti e contrastanti tra di loro.
AMNISTIA DEL 1991
Nella sentenza ordinanza del giudice istruttore di La Spezia del 29 novembre 1990 il reato di tentata truffa aggravata (imputati: Gennaro Fuiano, Vito Emanuele Bellacosa, Luigi Divano, Giuseppe Cappa, Michael Vassiliadis, Georgios Papanikolau, Anis Akef Khoury, Carlo Figliè, Bruno Tosca, Teresa Gatto, Gordon Stoker, Sergio Nuti, Paolo Baldelli, Osvaldo Costarelli, Silvio Coppi, Camillo Asperti, Franco Varese, Franco Dino Magni, Benito Montagna, Remo De Paoli, Sesto Bianchi, Stefano Ventura, Giancarlo Farinotti, Osvaldo Giorgi, Sergio Sberna, Enrico Figliè) viene estinto per sopravvenuta amnistia.
Leggi il documento: Nave Rigel. Ordinanza Giudice Istruttore del 1991
SENTENZA DI PRIMO GRADO DEL 5 luglio 1994: CONDANNA PER AFFONDAMENTO DELLA NAVE
Imputati Carlo Figliè e Osvaldo Costarelli, per affondamento della nave (428 cp): «in concorso tra loro cagionavano, mediante l’esecuzione materiale di Michael Vassiliadis, il naufragio della motonave “Rigel” della Myfair Shipping Company Limited di Malta». Il Tribunale condanna Carlo Figliè alla pena di anni due e mesi quattro di reclusione (condonata la pena di anni 2 cfr dpr 394 90 – indulto di 2 anni -) e assolve Osvaldo Costarelli per non aver commesso il fatto.
Leggi il documento: Nave Rigel. Sentenza del Tribunale di La Spezia del 1994
SENTENZA DI PRIMO GRADO DEL 20 marzo 1995: CONDANNA PER AFFONDAMENTO DELLA NAVE
Imputati Luigi Divano e Stefano Ventura, per affondamento della nave (428 cp): «in concorso tra loro cagionavano, mediante l’esecuzione materiale di Michael Vassiliadis, il naufragio della motonave “Rigel” della Myfair Shipping Company Limited di Malta». Condanna Luigi Divano alla pena di anni tre e mesi cinque di reclusione, Stefano Ventura condanna a pena di anni due mesi otto di reclusione. Condonata per anni due la pena inflitta.
Leggi il documento: Nave Rigel. Sentenza del Tribunale di La Spezia del 1995
SENTENZA DI PRIMO GRADO DEL 20 maggio 1996: CONDANNA PER AFFONDAMENTO DELLA NAVE
Imputato Sesto Bianchi, per affondamento della nave (428 cp): «in concorso tra loro cagionavano, mediante l’esecuzione materiale di Michael Vassiliadis, il naufragio della motonave “Rigel” della Myfair Shipping Company Limited di Malta»; «caricando senza alcuna garanzia sul pagamento del prezzo I 70 tonnellate di granulato di marmo sulla nave (che così si è stabilizzata ed era pronta ad affondare a tempo debito) e partecipando, quale fittizio acquirente di merce inesistente, alla cd operazione Desio Brianza Factoring». Condanna Bianchi Sesto responsabile del reato a lui ascritto e, concessa l’attenuante di cui all’art.62 bis cp, prevalente sulle contestate aggravanti e tenuto conto della diminuente del rito lo condanna alla pena di anni due mesi tre di reclusione e condona anni due.
Leggi documento: Nave Rigel. Sentenza del Tribunale di La Spezia del 1996
SENTENZA DI PRIMO GRADO DEL 20 maggio 1998: ASSOLUZIONE PER AFFONDAMENTO DELLA NAVE
Imputati Gennaro Fuiano, Giuseppe Cappa, Michael Vassiliadis, Georgios Papanikolau, Akef Anis Khoury, Bruno Tosca, Teresa Gatto, Gordon Stoker, Silvio Coppi, Franco Varlese, Benito Montagna, Osvaldo Giorgi, Camillo Asperti per affondamento della nave (428 cp): «in concorso tra loro cagionavano, mediante l’esecuzione materiale di Michael Vassiliadis, il naufragio della motonave “Rigel” della Myfair Shipping Company Limited di Malta»; Fuiano, Cappa, Papanikolau e Khoury con l’aggravante di «aver organizzato la cooperazione nel reato e, per tutti, di aver commesso il fatto allo scopo di eseguire plurimi delitti di truffa di rilevante gravità in danno di società di assicurazioni e della partecipazione al fatto da parte di più di cinque persone». Assoluzione per tutti gli imputati perché il fatto non sussiste.
Leggi il documento: Nave Rigel. Sentenza del Tribunale di La Spezia del 1998
La corte di Appello di Genova confermerà le sentenze, con due dispositivi. Nel primo si ammette l’affondamento della nave:
SENTENZA DI APPELLO DEL 10 gennaio 2001: CONFERMA DELLE CONDANNE
Imputati Luigi Divano, Stefano Ventura, Sesto Bianchi per affondamento della nave (428 cp): «in concorso tra loro cagionavano, mediante l’esecuzione materiale di Michael Vassiliadis, il naufragio della motonave “Rigel” della Myfair Shipping Company Limited di Malta». Appello per le sentenze del 20 marzo 1995 (Luigi Divano e Stefano ventura) e del 20 maggio 1996 (Sesto Bianchi).
Leggi documento: Nave Rigel. Sentenza della Corte di Appello di Genova del 2001
SENTENZA DI APPELLO DEL 8 aprile 2003: CONFERMA DELLE ASSOLUZIONI
Imputati Gennaro Fuiano, Giuseppe Cappa, Michael Vassiliadis, Georgios Papanikolau, Akef Anis Khoury, Bruno Tosca, Teresa Gatto, Gordon Stoker, Silvio Coppi, Franco Varlese, Benito Montagna, Osvaldo Giorgi, Camillo Asperti per affondamento della nave (428 cp): «in concorso tra loro cagionavano, mediante l’esecuzione materiale di Michael Vassiliadis, il naufragio della motonave “Rigel” della Myfair Shipping Company Limited di Malta». Questa sentenza sostiene che in realtà il naufragio non sia mai accaduto, basandosi sul rapporto degli investigatori contrattati dalla assicurazione: «Appare in effetti plausibile l’ipotesi che detta motonave non sia affondata, ma sia stata invece portata in qualche porto mediorientale, ove, approfittando della situazione ivi all’epoca esistente, sia stata camuffata, cambiandone alcune caratteristiche ed il nome, e ne siano state altresì scaricate le merci di valore economicamente apprezzabile».
Leggi documento: Nave Rigel. Sentenza della Corte di Appello di Genova del 2003
Tutte le sentenze citate sono definitive, confermate dalla Cassazione.
Leggendo le motivazioni dell’ultima sentenza di appello sorge un dubbio, mai risolto. I magistrati accolgono la tesi investigativa delle assicurazioni: la nave in realtà è arrivata in Libano, dopo un affondamento solo simulato. E allora, perché viene denunciato l’incidente ai Lloyd’s, come risulta dalla scheda degli archivi londinesi della più importante compagnia di assicurazione navale? Dove è finito il carico? Valeva la pena rubare una nave ormai vecchia, con un basso valore commerciale? Domande senza una risposta. C’è una terza ipotesi che alla luce della storia giudiziaria complessiva della Rigel potrebbe avere una sua solidità: la nave è stata effettivamente affondata (risulta in ogni caso sparita), ma solo dopo una tappa in Libano. Ipotesi che coinciderebbe con la testimonianza della fonte confidenziale della Forestale di Brescia, che raccontava agli investigatori di una tappa in nord Africa della nave, prima dell’affondamento. Sarebbe, questo, un riscontro chiave: quella stessa fonte dichiarava di aver saputo di un carico radioattivo strategico. Sparito. In Libano? O in fondo al mare?