Abbiamo un grande rispetto per tutte le posizioni in campo sulla vicenda Rai, ma abbiamo la spiacevole sensazioni che, modi e forme della discussione, stiano favorendo la formazione di schieramenti innaturali che consentono, a chi ha votato leggi ad personam e ad aziendam, e persino plaudito alle peggiori gestioni della Rai, di travestirsi da neo difensori del servizio pubblico e da custodi dell’articolo 21 della Costituzione. “Dal momento che queste ammucchiate non ci convincono, ci permettiamo di chiedere al Governo e al Parlamento di calendarizzare subito la discussione sulle proposte di legge relative alla nuova fonte di nomina della Rai, alle normative antitrust, al conflitto di interesse.
Sarà interessante vedere chi e perché si opporrà. Contestualmente sarebbe essenziale avviare il confronto sul riassetto industriale ed editoriale definendo, in modo non burocratico, le linee guida che dovranno ispirare il futuro di una “Grande impresa culturale” per usare le parole del presidente Renzi. Perché non aprire da subito la trattativa sul rinnovo della convenzione prevista per il 2016? Questo consentirebbe di andare oltre lo scontro, pur legittimo, su modi e forme del taglio operato sul canone, e di aprire invece un limpido e salutare conflitto tra chi intende, e non solo alla Rai, difendere conflitti di interesse, posizioni dominanti, feudi e lotti, e chi invece vorrebbe riformare radicalmente l’intero settore.
Mai come in questo momento alla vigilia del semestre di presidenza italiana, sarebbe davvero il caso di recepire tutte le indicazioni comunitarie e di consentire alla Italia di risalire posizioni su posizioni nelle graduatorie internazionali in materia di libertà dei media.