Da lunedì 12 maggio, i bambini di Trieste andranno a giocare in un bellissimo giardino comunale intitolato a quattro colleghi scomparsi drammaticamente vent’anni fa: Marco Luchetta, Alessandro “Sasa” Ota, Dario D’Angelo e Miran Hrovatin. Quattro nomi, due tragedie che ci riportano a un momento buio, quando in poco meno di due mesi, fra il 28 gennaio e il 20 marzo 1994, a Mostar e a Mogadiscio morirono cinque giornalisti e operatori dell’informazione italiana: quattro di loro erano triestini, la quinta era Ilaria Alpi.
A Mostar, città della Bosnia, drammatico teatro degli assedi delle forze serbe ma anche croate nella guerra che segnò la fine della Jugoslavia, la troupe della Rai regionale del Friuli Venezia Giulia era andata per girare un servizio per il Tg1 sui “bambini senza nome”, nati dagli stupri etnici o figli di genitori dispersi. I nostri quattro colleghi furono squarciati da una granata proveniente dalla parte Ovest della città, quella croata, mentre si trovavano in un quartiere musulmano nella parte Est. Con i loro corpi fecero da scudo a un bambino, Zlatko, che oggi è un giovane uomo e che è stato il primo assistito della Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin che assiste a Trieste i bambini vittime delle guerre. Fondazione che dal 2003 organizza con la Rai un premio giornalistico riservato ai reportage giornalistici dedicati a guerre e conflitti etnici.
A Mogadiscio, in terra somala, quella di Ilaria e Miran fu una vera e propria esecuzione, sulla quale a distanza di vent’anni permane il mistero. Un mistero che puzza di veleni, traffico d’armi, rifiuti tossici e radioattivi, tangenti. Un mistero non più sopportabile, sul quale la recente decisione di desecretare gli atti della Commissione d’inchiesta potrebbe finalmente togliere a breve il velo.
Lunedì alle 12, a Trieste, in piazzale Rosmini, verrà intitolato ai nostri colleghi un Giardino Comunale non lontano dal centro, dove bambini e ragazzi vanno ogni giorno a giocare mentre gli anziani chiacchierano seduti sulle panchine. Ci saranno i familiari, gli amici, i colleghi, il sindaco Roberto Cosolini e la vicesindaca e collega Fabiana Martini, i rappresentanti dell’Assostampa del Friuli Venezia Giulia e dell’Ordine regionale, che hanno fatto al Comune la proposta dell’intitolazione, prontamente accolta dall’amministrazione di centrosinistra che da tre anni amministra il capoluogo giuliano. Ci saranno anche Franco Siddi e Giovanni Rossi, segretario generale e presidente della Fnsi, che nel pomeriggio parteciperanno all’assemblea annuale del sindacato regionale dei giornalisti. In Corso Italia 13, “casa dei giornalisti” triestini e del Friuli Venezia Giulia, dove una targa già da tempo ricorda i quattro colleghi scomparsi ma anche tutti i giornalisti italiani uccisi dalle guerre, dalla mafia, dal terrorismo. Per non dimenticare.
*giornalista del “Piccolo” di Trieste, presidente Assostampa Fvg