Nigeria, l’appello per il rilascio delle studentesse rapite da Boko haram

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Il 15 aprile oltre 270 studentesse, la maggior parte di età compresa tra i 16 e i 18 anni, sono state rapite dalla scuola statale femminile secondaria di Chibok, nel nord-est della Nigeria. In un video diffuso il 5 maggio, il gruppo armato islamista Boko haram ha rivendicato il sequestro annunciando che le liceali ancora nelle loro mani, 223, sarebbero state “vendute al mercato in nome di Allah” come schiave o spose. Alcune sarebbero state già vendute per pochi soldi nei paesi confinanti. Le madri delle ragazze rapite e i loro sostenitori si stanno mobilitando, attraverso manifestazioni e marce verso la  capitale della Nigeria, Abuja, chiedendo un intervento del governo. Amnesty International ha diramato un appello mondiale (http://www.amnesty.it/nigeria-rapimento-ragazze) chiedendo alle autorità nigeriane di fare il massimo per ottenere il rilascio della ragazze.

Il sequestro delle studentesse è uno degli ultimi crimini commessi da Boko haram nel nord-est della Nigeria. Nei primi tre mesi del 2014, in questa zona, sono state uccise almeno 1500 persone, oltre la metà delle quali civili. Il crescendo di attacchi di Boko haram (contro edifici governativi, scuole, chiese e altre strutture civili) e le rappresaglie incontrollate dell’esercito nigeriano stanno seminando il terrore tra la popolazione.

Data l’apparente incapacità e assenza di volontà delle autorità nigeriane di indagare su questi crimini e punire i responsabili, Amnesty International ha chiesto alla Commissione africana e alle Nazioni Unite di assistere la Nigeria nelle indagini su azioni che potrebbero costituire crimini di guerra e crimini contro l’umanità a carico sia di Boko haram che delle forze di sicurezza nel nord-est del paese.


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