O la ami, o la odi. Finisce l’Europa a bassa intensità, né carne né pesce, che ha vivacchiato per anni regolando concorrenza e diffidenza dei suoi membri, in attesa di capire cosa sarebbe diventata. A destra, gli anti-Europeisti hanno triplicato i deputati, con il clamoroso caso francese. A sinistra, tiene il PSE, ma c’è anche la voce di Verdi e Sinistra, con la bella affermazione di Tsipras che conterà per le alleanze e i programmi dei riformisti.
In Italia, Renzi porta il PD al record assoluto, Grillo si lancia dal palco, ma gli elettori non lo prendono; B. nonostante la promessa “dentiere per tutti”, viene morso e abbandonato da folle di delusi, mentre Ncd certifica la propria esistenza.
L’Altra Europa per Tsipras ce la fa per un pelo e chi è stato accusato di sprecare il suo voto, ora ne capisce l’enorme utilità per aver dato più deputati ai riformisti europei.Seguono Fratelli d’Italia ed altro plancton partitico. E ora?
Mai vittoria del PD è stata così netta e destabilizzante. Ora Renzi ha un assegno che vale una consenso enorme. Deve solo andare ad incassarlo con elezioni anticipate. Lui non le chiederà, ma avrà la pistola sul tavolo da usare con il primo che si metterà contro il suo programma. E pochi scommettono sul conformismo governativo dell’attuale maggioranza.
Grillo deve prendere atto che la purezza non paga. Dopo aver toccato con mao che la motivazione della conquista del 51% non può bastare per giustificare un partito, dovrà porsi il problema se non di alleanze, di collaborazioni più concrete con altre forze. In Europa e in Italia. Perché 2 milioni e mezzo di elettori che lo hanno mollato, vogliono meno battute e più incisività per risolvere i problemi della crisi.
Resta la tristezza di vedere che la partecipazione, come i ghiacciai, si restringe. Un dato che segue la riduzione degli occupati e l’estensione della povertà. Se non hai da vivere, tutto il resto non ha senso.
L’Europa o è un progetto fondato sul lavoro e la solidarietà. O non è.
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