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Le novità sull’Expo

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A mano a mano che passano i giorni e si conosce di più o meglio intorno all’affare milanese, le cose sembrano peggio rare ancora peggio per l’affare legato all’EXPO milanese di cui la banda Frigerio & Co, ha approfittato fino ad oggi.  Incominciamo dai numeri. Il valore complessivo degli investimenti [ di 2,65 miliardi di euro per la realizzazione dell’Esposizione),1,2 milioni di euro avrebbe pagato per sua ammissione l’imprenditore Enrico  Maltauro  per ottenere alcuni appalti nell’ambito dei lavori previsti. La percentuali di tangenti che avrebbe pagato per vincere gli appalti erano del l’0,3 o dell’O,5  per cento, secondo i calcoli dell’accusa.

Ma le novità non finiscono qui e rischiano di configurare per l’ex parlamentare di Forza Italia, Claudio Scajola, l’accusa da parte della procura di Bergamo di far parte di un’associazione massonico-mafiosa internazionale che era collegata ,da una parte a Giampaolo Tarantini, l’imprenditore pugliese che organizzava le serate di festa per Berlusconi(come era già emerso dall’inchiesta giudiziaria su Ruby, presentata come la nipote di Mubarak) e dall’altra alla ‘ndrangheta calabrese e in particolare ai De Stefano, cui era legato l’ex tesoriere della Lega Francesco Belsito.  Se a questo si aggiunge che – come ha chiarito già  nel novembre 2013, il presidente dell’Associazione Nazionale costruttori edili, Paolo Bozzetti, sottolineando come, in  nome della fretta sono  stati ignorati 78 articoli di legge sui contratti e tra i requisiti richiesti per partecipare alla gara c’era quello per cui era necessario aver fatturato nei cinque anni precedenti almeno il quintuplo dell’importo a base d’asta fissato in 25 milioni di euro. Si trattava-sottolineano ora i costruttori-di una richiesta “non in linea con la legge vigente oggi.” Inoltre quattro vecchie ordinanze della presidenza del Consiglio, una firmata da Romano Prodi nel 2007, le altre tre da Silvio Berlusconi nel 2010, hanno consegnato i lavori  dell’Esposizione Internazionale di Milano alla logica perversa del grande evento.

Per questo sono state previste deroghe al codice dei contratti “per motivi di urgenza”. Con la  facoltà  di sostituire i bandi di gara europei  con procedure informali procedendo su inviti alle imprese. E sottraendo gli appalti al controllo della Corte dei Conti e dell’Autorità garante dei contratti pubblici. Non è un caso che ora la Corte dei Conti vuol vederci anche lei chiaro sulla vicenda e che la commissione parlamentare contro la mafia  è intervenuta ascoltando il prefetto Paolo Francesco Conta a proposito delle nuove linee guida sui controlli modificate quindici giorni fa all’interno del protocollo antimafia. La presidente della Commissione Rosy Bindi ha dichiarato:” Ci sono molti aspetti  che non appaiono chiari e comunque le modifiche delle linee guida avrebbero dovuto prevedere una interlocuzione con questa commis sione.”  Quel che risulta con chiarezza da questa prima parte dell’in chiesta e preoccupa l’opinione pubblica più attenta è che in un modo o nell’altro tutte le forze politiche presenti in parlamento hanno partecipato ( i nomi li abbiamo visti:Fri gerio , Greganti, Belsito alla grande spartizione) e c’è da chiedersi: come si spiega che sia stato l’ex ministro Scaiola a tenere i fili del tutto e che cosa ha fatto il sistema complessivo dei media a non dirci nulla fino all’iniziativa dei magistrati? Sono quesiti a cui bisognerebbe un giorno o l’altro poter rispondere.


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