di Luigi P. Sambucini
Gasparri e Calderoli pronti a denunciare il Premier se non chiederà scusa ai funzionari del Senato che avevano espresso dubbi sulle coperture degli 80 Euro in busta paga. E per i rimborsi elettorali Grillo caccia il Consigliere regionale dell’Emilia Romagna Defranceschi
S’infiamma la campagna elettorale per le Europee. Lo scontro, dopo alcune esternazioni del Presidente del Consiglio Renzi sulle valutazioni fatte dai tecnici del Senato sugli ormai famosi 80 euro in busta paga, investe, oltre che Palazzo Chigi, colpevole delle critiche fatte, anche la Presidenza del Senato, che aveva bacchettato il Premier, creando però i presupposti per una sponda alle opposizioni. Sia la Lega che Forza Italia, sarebbero pronti alle carte bollate. Dunque Renzi dovrebbe rispondere in Tribunale delle accuse fatte. Di questo ne sono convinti Maurizio Gasparri per Forza Italia, che ha rilasciato alcune sue dichiarazioni all’Agenzia giornalistica Ansa, che Roberto Calderoli. Posizioni che però, questa volta, non hanno trovato la condivisione del Presidente Grasso. Gasparri è comunque fermo sul punto: “Io e Calderoli faremo nelle prossime ore una denuncia all’autorità giudiziaria nei confronti di Renzi che ha detto che gli uffici del Senato hanno mentito” Questa la posizione strigata ma chiarissima del Senatore azzurro. Ma dopo pochi minuti, Grasso non ha potuto far altro che dire la sua, nel tentativo di stemperare la polemica prendendo la cornetta del telefono e chiamando i suoi due Vicepresidenti, che sono appunto, Gasparri e Calderoli: “Non bisogna travalicare i limiti della contesa politica e rispettare le istituzioni”. Grasso confida in un passo indietro dei due senatori, anche se soprattutto Gasparri, non molla la presa: “Comprendo l’appello di Grasso al rispetto delle istituzioni e ho apprezzato la sua difesa degli Uffici di Palazzo Madama che hanno accertato la mendacità del decreto Irpef di Renzi ma resto in attesa delle scuse di Renzi”. Dunque, senza scuse formali, la strada verso piazzale Clodio resterebbe aperta. E se Forza Italia e Lega, hanno preso lo spunto dagli 80 euro in busta paga e dalle valutazioni dubbiose dei funzionari contabili di Palazzo Madama, per ritagliarsi uno spazio in queste velenosa campagna elettorale, Beppe Grillo ha altro a cui pensare, almeno in questo primo vero sabato di primavera. Il leader dei pentastellati, infatti, è stato costretto, con un post, a cacciare dal movimento, Andrea De Franceschi, Consigliere regionale dell’Emilia Romagna, finito nel mirino della Corte dei Conti, insieme ad altri Consiglieri e Gruppi politici, nella solita storia dei rimborsi. “Defranceschi fuori dal Movimento 5 Stelle” – scrive Grillo nel post -Il M5S ha grande rispetto della Corte dei Conti e se si viene sanzionato – si legge ancora nel post – si chiede scusa e ci si autosospende. A seguito di questa richiesta formale della Corte dei Conti il consigliere regionale Defranceschi – prosegue il post di Grillo – è sospeso dal M5S e diffidato a utilizzarne il simbolo”. De Franceschi incassa e reagisce: “Per rispettare il Movimento e le centinaia di ragazzi che stanno affrontando la sfida delle candidature europee e amministrative, confermo la mia sospensione a tutela del Movimento stesso”. “Così come confermo la certezza di aver utilizzato i soldi pubblici a tutela del lavoro del Gruppo consiliare e dei posti di lavoro – spiega – nel pieno rispetto non solo dell’etica ma anche delle norme vigenti, come testimoniano tutti i documenti da me prontamente consegnati alla magistratura. Rispetto le istituzioni, ed è per questo chericorro al Tar”. Ed a proposito di Grillo Renzi lo sfida dalle telecamere della nuova trasmissione ‘Anno Uno’, condotta da Giulia Innocenzi su La7: “Venga in tv, lo incontro volentieri” è l’invito di Renzi. Che poi assesta una stoccata al pentastellato che lo ha accusato di aver incontrato un pregiudicato (Berlusconi ndr) “Anche Grillo è pregiudicato”.
Da dazebao.it