Il coraggio di Impastato “vive” nelle periferie di Roma

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Dal 7 al 17 maggio a Roma, il cortometraggio “Munnizza”  porterà le parole e la vita di Peppino Impastato nei quartieri, nelle periferie, della città. “Sono i giorni in cui viene più facile ricordare il coraggio di Peppino Impastato, militante di democrazia proletaria e giornalista radiofonico ucciso a Cinisi l’8 maggio del 1978,  spiega Andrea Satta dei Têtes de Bois e uno degli autori del corto. “Noi lo faremo con un tour di Munnizza nelle periferie romane – spiega –  in spazi dedicati all’incontro e alla promozione della cultura. Perché il cambiamento è l’unica via possibile, un pezzettino per volta, ogni giorno, ciascuno di noi può fare la propria parte”. Una mostra e dei “pizzini” accompagnano il progetto “Munnizza” nato dopo il trentennale della morte di Peppino Impastato, proprio a Cinisi, quando “il giorno dopo” alcuni abitanti di Cinisi chiedevano, in sostanza, ai manifestanti che ancora si trovavano per le strade del paesino palermitano, di andar via. “Ma ’a Munnizza si raccoglie una volta l’anno o tutti i juorna? (La spazzatura si raccoglie una volta l’anno o tutti i giorni?, ndr) dicevano  alcuni camerieri di ristoranti di Cinisi parlando alle spalle del gruppo musicale guidato da Andrea Satta che a Cinisi la sera prima aveva portato in piazza un concerto per Peppino Impastato. “Chiedemmo al fratello di Peppino, Giovanni Impastato di spiegarci cosa volessero dire quelle parole, quando ci spiegarono che si trattava di un invito ad andar via da Cinisi perché  le 24 ore concesse al ricordo di Peppino erano terminate  – spiega Satta – non abbiamo potuto fare a meno di scambiarci le nostre impressioni, le emozioni, il nostro disagio. L’idea di questo corto nasce cosi e la “Munnizza”, come la chiamano loro, la porta in giro in tutte le periferie italiane nel nome di Peppino”.

Munnizza” è un’opera video, un cortometraggio illustrato in memoria di Peppino Impastato e di sua madre Felicia . Ed è appunto una storia vera, nata a Cinisi nel trentesimo anniversario della scomparsa di Impastato, da un testo di Andrea Satta dei Tetes de Bois, i disegni di Marta Dal Prato e la regia di Licio Esposito (Cactus Film Produzioni). Prima della proiezione, alla sede della Fandango Libri ieri, uomini e donne della società civile, del mondo della cultura e dell’informazione, hanno letto i loro “pizzini” dedicati a Peppino Impastato: alla sua vita, alla sua morte, al suo ricordo e soprattutto, al messaggio che lascia ai cittadini di oggi – oltre trent’anni dopo la sua scomparsa. La presidente di un liceo, l’inviato di punta di “Repubblica”, i giornalisti radiofonici della Rai, gli esponenti di movimenti indipendenti, i poeti e scrittori romani che oggi portano avanti battaglie culturali significative in questa città che le mafie le incontra nelle periferie come nel suo “salotto buono”, ieri hanno preso la parola ieri per ricordare, attraverso le loro emozioni e il loro impegno quotidiano, il coraggio di Peppino Impastato .

Mentre a Roma si ricorda Impastato facendolo rivivere nelle tante periferie della Capitale, in Sicilia la giunta regionale siciliana ha approvato l’avvio del procedimento di vincolo del casolare dove fu ucciso il giornalista. La notizia è stata resa nota ieri dal Governo di Rosario Crocetta che nel ricordare Impastato ha aggiunto è uno degli esempi più fulgidi dell’impegno civile e sociale del popolo siciliano e del ripudio concreto della mafia. Una lotta che Peppino conduceva ogni giorno, attraverso le sue denunce con nomi e cognomi, unendo insieme la difesa dei deboli e la lotta contro prepotenza e malaffare.

* da Libera Informazione


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