Chi può dire oggi che tutto va bene e che gli inni frequenti che quasi tutti i nostri esponenti politici indirizzano all’ideale europeista sono ben intonati e tali da rassicurarci per il futuro a cominciare dal semestre europeo che incomincia tra qualche settimana? L’Italia, invece, è rigorosamente ultima, maglia nera dei ventotto paesi che fanno parte dell’Unione Europea per la somma di infrazione di cui è protagonista assoluta. Bruxelles è in attesa della multa che Bruxelles può affibbiarle al termine del la procedura. La multa minima che può adottare è di 8 milioni a cui si aggiungono penalità da diecimila a seicento quaranta due mila euro per ogni giorno in cui il Paese non rientra nella legalità dopo una sentenza definitiva dell’Unione. Che la situazione italiana sia tra le peggiori è mostrato dal fatto che delle 114 procedure di infrazione a carico dell’Italia, 34 sono provocate dalla mancata trasposizione di infrazione a carico dell’Italia nel nostro ordinamento delle direttive comunitarie ,leggi UE che i nostri governi hanno approvato insieme agli altri partner al Consiglio Europeo. E poi ci sono le ottanta procedure per violazione delle leggi comunitarie.
Le materie su cui è aperto il contenzioso sono l’ambiente, gli appalti e la giustizia cioè territori nei quali con ogni probabilità è da tenere in conto anche l’intervento probabile dell’una o dell’altra associazione mafiosa (di cui, come è noto, non difettiamo mai , essendo anzi sempre all’avanguardia).
In cima alle infrazioni dell’Italia c’è la procedura aperta per il mancato rispetto delle direttive UE sulle discariche. La Commissione ha chiesto 61 milioni di multa e una penalità di duecentosessanseimila euro per ogni giorno in cui l’Italia non ha osservato i richiami. A breve arriverà la sentenza finale della corte di Lussemburgo e la condanna definitiva potrà essere evitata solo chiudendo prima del giudizio le discariche fuori norma. L’altra stangata in arrivo nasce dall’emergenza rifiuti in Campania, quella che l’uomo di Arcore, allora al governo, pensava di risolvere con un trucco o meglio una bacchetta magica. Ora la Commissione chiede alla Corte il via libero a a 34 milioni di multa(tra l’altro proprio oggi la Commissione Europea valuterà i conti pubblici dei 28 paesi,tra i quali c’è anche la manovra IRPEF di Renzi su cui insistono le voci riguardanti una mancata copertura nel bilancio nazionale.E in fase finale ci sono altre due procedure seccanti:quella per gli aiuti illegali ai servizi pubblici nel 2006 e quella per gli aiuti alle aziende di Venezia e Chioggia. C’è quindi la bomba ad orologeria delle quote latte con Bruxelles che potrebbe anche andare all’aumento rapido visto che ci sono stati notevoli ritardi nei rimborsi agli allevatori dalla coppia Bossi-Tremonti. Del resto se si guarda il quadro complessivo delle infrazioni italiane si verifica con facilità che le infrazioni, divise per materia, danno un ritratto veritiero delle carenze nazionali e della gravità della crisi in determinati settori: quelle per l’ambiente sono ventuno, per i trasporti sedici ,per la fiscalità e le dogane tredici, per la salute sette, per il lavoro e gli affari sociali sempre sette, per gli appalti sei e la giustizia cinque e per la libera circolazione delle merci 5 e per la tutela dei consumatori tre. Sono dati molto significativi che richiederebbero inchieste e magari dibattiti parlamentari che, a mia conoscenza ,difettano in maniera clamorosa.