#DontLookAway, è questo l’hashtag legato alla campagna per riaccendere i riflettori sul Darfur dove sono ripresi gli attacchi delle milizie filo-governative a villaggi e campi profughi e gli stupri nei confronti di ragazzine e donne: Kutum, Shangil Tobaya, Tawila e Kalma solo alcuni dei villaggi dove le giovani vengono sequestrate e stuprate da gruppi armati. L’iniziativa segue una serie di manifestazioni in varie capitali mondiali promosse da una coalizione internazionale di organizzazioni, tra cui Italians for Darfur, Amnesty International e United to end genocide a cui ha aderito anche Articolo 21.
Da Washington a Roma, attivisti e rifugiati sudanesi hanno manifestato e manifesteranno per richiamare l’attenzione dei media e delle istituzioni sulle nuove violenze in Sudan. “Le testimonianze raccolte tra i profughi sia dei monti Nuba sia del Darfur – si legge in un editoriale di Antonella Napoli, membro di Articolo 21 e presidente di Italians for Darfur – raccontano di continui assalti delle Rapid Support Forces (prima conosciute come janjaweed) seguiti in molti casi da raid aerei delle forze aeree sudanesi che hanno coinvolto milioni di persone nei villaggi e nei campi profughi che accolgono gli sfollati”.
“Siamo da sempre attenti alle crisi dimenticate – sottolinea il direttore di Articolo 21, Stefano Corradino – E’ importante amplificare iniziative come questa che denunciano la ripresa su larga scala di violenze contro le popolazioni del Darfur e di altre realtà sudanesi. Sono passati solo pochi anni dalla fine della guerra ultraventennale tra Nord e Sud che ha fatto milioni di morti: il mondo non può restare a guardare che succeda ancora”.