Direttore e caposervizio ascoltati a Reggio il 28 aprile. “Si sono impegnati a riceverci anche a Roma per un’audizione formale”
Il direttore dell’Ora della Calabria Luciano Regolo e il caposervizio Consolato Minniti sono stati ricevuti nella serata dello scorso 28 aprile nel capoluogo regionale dalla Commissione parlamentare antimafia. L’incontro, dal carattere informale, arriva dopo la denuncia di un episodio di censura (il blocco delle rotative, attualmente al centro di indagini giudiziarie, avvenuto lo scorso febbraio) e la successiva chiusura della testata. I parlamentari ci hanno assicurato l’impegno a rivederci a Roma per un’audizione formale sul tema ‘Informazione e mafia’”, spiega Minniti ad Ossigeno.
Il colloquio, reso possibile “grazie all’intervento del Procuratore di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho”, come scrivono i giornalisti sul blog l’Ora siamo noi, aperto in seguito all’oscuramento del sito web del quotidiano, è durato quarantacinque minuti.
Tra i membri della delegazione parlamentare, per due giorni in missione a Reggio per un aggiornamento della strategia di contrasto alla ‘ndrangheta, oltre al vicepresidente Claudio Fava, erano presenti anche i calabresi Enza Bruno Bossio e Dorina Bianchi e, solo per un saluto, la presidente Rosy Bindi.
“Nel corso della discussione – si legge in una nota stampa – sono stati affrontati tutti i temi più caldi, riguardanti la vicenda ‘dell’Oragate’ e le tappe che ne hanno decretato la chiusura”.
“Il direttore Regolo ha raccontato nel dettaglio la storia che ha riguardato il nostro quotidiano: dalla famosa telefonata Citrigno-De Rose (editore e stampatore, ndr), nella notte della censura sulla notizia dell’indagine a carico di Andrea Gentile (figlio di Antonio, allora sottosegretario), sino al giorno in cui l’Ora ha sospeso le pubblicazioni”, spiega Minniti.
“Ai membri dell’antimafia è stato tracciato un quadro chiarissimo di quelle che sono le relazioni personali, familiari, economiche e affaristiche, dei soggetti che hanno concorso alla chiusura dell’Ora della Calabria“, si legge nella nota stampa. “Nessun particolare è stato nascosto, così come molta attenzione è stata prestata al rapporto intercorrente tra la famiglia Citrigno e lo stampatore Umberto De Rose”.
Alla domanda del vicepresidente Claudio Fava: “Ritenete che la chiusura del giornale possa dipendere anche dalla vicenda che ha visto coinvolto l’ex sottosegretario?”, Regolo ha risposto: “Pensiamo che sicuramente tutti questi fatti abbiano avuto un ruolo non secondario”.
“Io ho espresso preoccupazione per il sistema di potere che insieme a quello mafioso domina in Calabria e non consente di poter avere un’informazione libera”, aggiunge il caposervizio. “In conclusione dell’incontro i parlamentari ci hanno chiesto i documenti riguardanti la vicenda perché è emerso che probabilmente l’attività del liquidatore non sarebbe legittima”, continua.
Intanto continua in segno di protesta contro la decisione del liquidatore di chiudere il giornale l’occupazione delle sedi dell’Ora a Rende (Cosenza), sede della redazione principale, e a Reggio Calabria.
RR
Direttore e caposervizio ascoltati a Reggio il 28 aprile. “Si sono impegnati a riceverci anche a Roma per un’audizione formale”
Il direttore dell’Ora della Calabria Luciano Regolo e il caposervizio Consolato Minniti sono stati ricevuti nella serata dello scorso 28 aprile nel capoluogo regionale dalla Commissione parlamentare antimafia. L’incontro, dal carattere informale, arriva dopo la denuncia di un episodio di censura (il blocco delle rotative, attualmente al centro di indagini giudiziarie, avvenuto lo scorso febbraio) e la successiva chiusura della testata. I parlamentari ci hanno assicurato l’impegno a rivederci a Roma per un’audizione formale sul tema ‘Informazione e mafia’”, spiega Minniti ad Ossigeno.
Il colloquio, reso possibile “grazie all’intervento del Procuratore di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho”, come scrivono i giornalisti sul blog l’Ora siamo noi, aperto in seguito all’oscuramento del sito web del quotidiano, è durato quarantacinque minuti.
Tra i membri della delegazione parlamentare, per due giorni in missione a Reggio per un aggiornamento della strategia di contrasto alla ‘ndrangheta, oltre al vicepresidente Claudio Fava, erano presenti anche i calabresi Enza Bruno Bossio e Dorina Bianchi e, solo per un saluto, la presidente Rosy Bindi.
“Nel corso della discussione – si legge in una nota stampa – sono stati affrontati tutti i temi più caldi, riguardanti la vicenda ‘dell’Oragate’ e le tappe che ne hanno decretato la chiusura”.
“Il direttore Regolo ha raccontato nel dettaglio la storia che ha riguardato il nostro quotidiano: dalla famosa telefonata Citrigno-De Rose (editore e stampatore, ndr), nella notte della censura sulla notizia dell’indagine a carico di Andrea Gentile (figlio di Antonio, allora sottosegretario), sino al giorno in cui l’Ora ha sospeso le pubblicazioni”, spiega Minniti.
“Ai membri dell’antimafia è stato tracciato un quadro chiarissimo di quelle che sono le relazioni personali, familiari, economiche e affaristiche, dei soggetti che hanno concorso alla chiusura dell’Ora della Calabria“, si legge nella nota stampa. “Nessun particolare è stato nascosto, così come molta attenzione è stata prestata al rapporto intercorrente tra la famiglia Citrigno e lo stampatore Umberto De Rose”.
Alla domanda del vicepresidente Claudio Fava: “Ritenete che la chiusura del giornale possa dipendere anche dalla vicenda che ha visto coinvolto l’ex sottosegretario?”, Regolo ha risposto: “Pensiamo che sicuramente tutti questi fatti abbiano avuto un ruolo non secondario”.
“Io ho espresso preoccupazione per il sistema di potere che insieme a quello mafioso domina in Calabria e non consente di poter avere un’informazione libera”, aggiunge il caposervizio. “In conclusione dell’incontro i parlamentari ci hanno chiesto i documenti riguardanti la vicenda perché è emerso che probabilmente l’attività del liquidatore non sarebbe legittima”, continua.
Intanto continua in segno di protesta contro la decisione del liquidatore di chiudere il giornale l’occupazione delle sedi dell’Ora a Rende (Cosenza), sede della redazione principale, e a Reggio Calabria.
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