C’è un pezzo di Europa che non condivide lo sdegno ufficiale per la strage di Bruxelles. Fa male parlarne ma è inutile nasconderselo: la propaganda antisemita ha saputo raggiungere negli ultimi anni fasce di popolazioni finora immuni da un virus mai veramente debellato ma che si pensava confinato a gruppj sparuti di nostalgici. Non è così. Ad alimentare l’antisemtisimo non ci sono solo i nostalgici fascisti e nazisti che hanno tentato invano di tenere un congresso proprio di recente a Bruxelles . La vendetta per il divieto di farlo è la prima pista, la più naturale , seguita dagli inquirenti. Ma quel che preoccupa è che ormai in tutta europa la propaganda antiebraica circola anche al di fuori degli emuli di Himmler.
In Francia il sedicente comico Dieudonne’ ha riempito i teatri ( fino al divieto del governo) prendendo a piene mani dall’arsenale dei piu’classici pregiudizi antiebraici. E fra il suo pubblico ci sono moltissimi emigrati dei paesi arabi troppo ignoranti per distinguere il confine fra critica legittima al governo di israele e discriminazione antiebraica. E’ del marzo 2012 l’ultimo attentato sanguinoso che ha ucciso vittime ebree a Tolosa. Le indagini hanno inizialmente puntato sui neonazisti per poi scoprire che l’attentatore era mohamed Merah, 18 anni, franco algerino nato a Tolosa, militante Salafita. E ovunque, in Europa, nello spesso sgangherato dibattito politico preelettorale sono risuonati i vecchi ritornelli sul potere degli ” ebrei” nella finanza, nelle banche, nell’informazione.
Le vittime di Bruxelles, prima ancora che dagli esecutori materiali del delitto, sono state uccise dall’ignoranza di un pezzo di europa che sembra voler cancellare il suo valore costitutivo piu prezioso: la memoria.