Dopo anni di silenzio, la Rai torna ad essere improvvisamente tema dell’agenda politica: ma non illudiamoci, non se ne parla per restituire ai cittadini un servizio pubblico più forte e liberato dalla lottizzazione, bensì come entità quasi superflua, di cui si è smarrito il senso e l’utilità, sacrificabile alla scure della spending-review, a prescindere da come funziona e da cosa produce. Noi invece crediamo che il servizio pubblico Rai sia un bene comune, essenziale e inalienabile, di cui vogliamo restituire piena sovranità ai cittadini utenti e abbonati.
Per questo, creando nuova e diffusa consapevolezza della necessità del servizio pubblico, MoveOn Italia ha coinvolto cittadini, associazioni e parlamentari in un processo riformatore, che ridefinisca la sua missione che lo rimetta al centro di un sistema informativo pluralistico e accessibile a tutti gli orientamenti culturali, che si esprimono in ogni campo della società. Una Rai espressione di un governo dirigista può anche costare meno, ma fallire la sua missione. Il problema vero è riscrivere il patto tra cittadini e servizio pubblico Rai, gestito da un consiglio che rappresenti la ricchezza di tutte le componenti sociali. Dunque, parliamo prima di riforma e poi si potrà parlare anche di costi. C’è un progetto, curato da MoveOn Italia, che mette al centro della nuova Rai i cittadini-utenti. E’ una proposta che mettiamo a disposizione del dibattito che l’Usigrai ha avviato.
I cittadini devono e possono pagare volentieri il canone se sanno che va a finanziare il servizio pubblico di cui loro stessi usufruiscono, e che dovrebbero poter controllare, essendone gli effettivi “azionisti”. Anche per questo i soldi del canone non possono essere distratti per altri, pur nobili, scopi sociali, ma devono corrispondere alla funzione per cui sono stati destinati in origine dai cittadini.
MoveOn Italia la RAI ai cittadini