Il giornalismo italiano soffre un deficit di cultura digitale, rispetto a quello di altri paesi, proprio in un momento in cui le soluzioni offerte dal mondo digitale, come ad esempio le applicazioni per smartphone e tablet, possono agevolare sia la produzione che la distribuzione e fruizione dei contenuti. Ed è proprio su quest’ultimo aspetto che i media tradizionali che si stanno spostando sul mobile sono «ancora ad uno stato non troppo evoluto rispetto ad altri progetti in altre nazioni che hanno già fatto passi da gigante».
Fabio Lalli, CEO e fondatore di Iquii, “digital company specializzata in marketing digitale, sviluppo di applicazioni per mobile, internet of things e wearable”, tratteggia così il rapporto attuale tra giornalismo italiano e mondo digitale… Continua su lsdi.it