Andrey Mironov, giornalista, ex-dissidente e prigioniero politico sovietico, è nato a Irkutsk (allora Urss) nel 1954. L’ ho incontrato per la prima volta a Mosca, nel 2012, vicino alla piazza Majakovskij, nella sede di Memorial, la più importante organizzazione russa per i diritti umani.
Nel 1985, al tempo di Gorbaciov, è stato condannato a quattro anni di detenzione e tre di esilio interno per propaganda sovversiva antisovietica in base all’art. 70 del Codice Penale e mandato in un campo di lavoro in Mordovia per criminali statali particolarmente pericolosi. E’ stato rilasciato dopo un anno e mezzo.
Dopo la liberazione, si è dedicato al lavoro in difesa dei diritti umani.
Dal 1991 ha iniziato a lavorare come ricercatore specializzato in diritti umani per diversi media e dall’anno successivo ha operato in diverse zone di conflitto, come Nagorno Karabakh, Tagikistan, Cecenia e Afghanistan.
Durante la guerra in Cecenia, Mironov ha organizzato incontri tra rappresentanti ceceni e deputati russi per una soluzione pacifica del conflitto. Le sue iniziative erano in contrasto con i piani governativi di reprimere con la forza l’insurrezione.
Nel 2003, Andrei Mironov è stato nuovamente preso di mira: a Mosca, il 3 luglio, è stato aggredito e gravemente ferito. È stato poi curato in Germania e Italia.
Mironov conosceva molto bene l’italiano ed è venuto più volte in Italia. Alla fine del 2013 ha partecipato a conferenze e incontri organizzati da Amnesty International in diverse città italiane.
Nelle ultime settimane è stato in Crimea, a Kiev, brevemente in Italia.
Ci telefonavamo spesso e a lungo, mi aggiornava sulla situazione in Russia, sugli arresti illegali (piazza Bolotnaya), sulle Pussy Riot.
Ricordero’ la sua integrità, la profonda cultura, l’attivismo instancabile, lo stile di vita frugale ma anche il suo senso dell’umorismo. Per tutti noi è una perdita incolmabile.
* Coordinatore Russia Amnesty International Italia