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A Gragnano intervenga il ministro Alfano

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Ogni tanto ci si domanda come mai in questo Paese il cambiamento risulti solamente un’idea utopica, un qualcosa da urlare nei talk show o tutt’al più in campagna elettorale. Certo, se leggessimo i giornali del biennio 92-93 del secolo scorso, cercando di non far posare i nostri occhi sulla data di pubblicazione correremo il rischio di pensare che si tratti di quotidiani appena comprati in una qualsiasi edicola. Ora come allora a Milano si parla di tangentopoli, la questione morale è andata a farsi benedire. Vuoi lavorare? Basta mettere in soldi nella busta e ti garantirai gli appalti. Ecco la nostra Italia è ferma a vent’anni fa, mentre affoga nelle sabbie mobili della mediocrità. Ma questo Paese non potrà migliorare se a Roma non decideranno di fare, una volta e per sempre, leggi adeguate ed anche abbastanza severe. Come per la questione corruzione, siamo fermi anche sui condizionamenti che la criminalità organizzata impone alla classe politica.

Lasciamo stare le tante parole e parliamo di fatti concreti. Due anni fa, sempre con questa testata, mi dedicai al problema delle elezioni amministrative. In quel caso dedicai l’attenzione a San Giuseppe Vesuviano, http://www.articolo21.org/2012/10/san-giuseppe-vesuviano-emergenza-democratica/, un altro comune sciolto per ben due volte a causa di infiltrazioni camorristiche. Invocai l’intervento dell’allora ministro dell’Interno Cancellieri perché a quella competizione partecipavano “tutti gli assessori presenti nella precedente amministrazione”, oltre ad altri nomi discutibili per tantissime altre vicende. Ecco, dopo due anni ci risiamo, ma questa volta si tratta di Gragnano, un altro paese della provincia napoletana che il prossimo venticinque maggio dovrà rinnovare il proprio consiglio comunale sciolto per infiltrazioni camorristiche. Il sindaco della passata legislatura era Annarita Patriarca, figlia del senatore della Democrazia Cristiana Francesco, condannato a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, e moglie del sindaco di San Cipriano D’Aversa Enrico Martinelli, condannato a sei anni di reclusione per lo stesso reato. Uno dei testimoni di nozze dei coniugi Martinelli è stato l’ex sottosegretario alle finanze Nicola Cosentino. 

Ma qual è l’apocalisse che si prospetta anche per questo comune? Tre dei cinque candidati sindaci, Paolo Cimmino (Udc e varie liste civiche), Mario D’Apuzzo (Forza Italia, NCD e altre liste civiche), Silvana Somma (Pd e Centro Democratico), annoverano tra i propri candidati dodici persone presenti nel precedente consiglio comunale commissariato per infiltrazioni camorristiche. Gli unici a non annoverare nessun candidato presente nella precedente amministrazione sono , Biagio Galizia (Sinistra e Libertà) e Mario Lauritano (Fratelli D’Italia), questi ultimi vere e proprie facce nuove della scena politica locale.  A questo punto è importante fare una riflessione. Vogliamo veramente dare una sterzata a questo Paese, e allora in Parlamento si approvasse una legge con la quale si impedisce la candidatura di chi è stato protagonista di un’amministrazione sciolta per infiltrazioni camorristiche, oppure lasciamo marcire la nostra Italia permettendo a chi che tesse oscure trame con i criminali di continuarlo a fare.  Anche in questo caso chiedo al ministro dell’Interno Angelino Alfano di intervenire, di consentire che questa tornata elettorale si svolga nel rispetto delle leggi democratiche. In caso contrario continueremo a dibattere se è giusto o meno mandare in onda Gomorra su Sky.


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