La libertà di stampa a livello globale è ai suoi minimi da oltre 10 anni, e solo una persona su sette nel mondo vive in un Paese con giornali liberi. E’ quanto afferma l’Ong statunitense Freedom House, nel suo rapporto annuale pubblicato giovedì. Il declino è stato provocato dal peggioramento della situazione in diversi Paesi mediorientali, come Egitto, Libia e Giordania, e in modo particolare nella Turchia di Recep Tayyp Erdogan, dove alla fine del 2013 si contavano una quarantina di giornalisti rinchiusi in carcere.
Situazione difficile per i giornalisti anche in Cina e in Russia, ma anche negli Stati Uniti e in Gran Bretagna la libertà ha compiuto dei passi indietro per gli ostacoli posti dai rispettivi governi ai giornali che si occupano delle questioni riguardanti la sicurezza nazionale (vedi scandalo Snowden-Datagate). Un lieve miglioramento si registra invece in Italia, al 61esimo posto nel ranking mondiale, dove la stampa rimane comunque “parzialmente libera”.
I paesi più virtuosi sono Olanda, Norvegia e Svezia, piazzati ai primi tre posti, mentre in fondo alla classifica si trovano Turkmenistan, Uzbekistan e Corea del Nord.