Silvio Berlusconi non è più al governo e l’Italia ne ha tratto qualche vantaggio sulla classifica della libertà di informazione ma è ancora molto indietro. Il 57esimo posto non è certo un punto di approdo. Molto c’è ancora da fare per essere tra i paesi di democrazia avanzata. L’impunità per la gran parte delle minacce ai giornalisti che operano in frontiera, informando sul crimine organizzato e su quello meno organizzato ma più insidioso, rimane diffusa.
Addirittura, in Italia, capita che un giornale chiuda – vedi l’Ora della Calabria – perché l’editore, coinvolto con la società di famiglia in un’indagine su reati molto gravi, decida di liquidare l’impresa non appena i giornalisti si ribellano a tentativi padronali di censura.
Sono gravi gli attacchi per la libertà di informazione che – come si può osservare – non è mai garantita per sempre da un Codice o da una Carta avanzata e di garanzia assoluta com’è la nostra Costituzione. Eppure da lì bisogna partire sempre per promuovere azioni positive e sconfiggere qualsiasi tentativo di bavaglio, comunque si manifesti (sotto forma di proposta di legge, di atto amministrativo con la scusa della privacy, di attività di imperio dei proprietari dei mezzi di informazione).
Oggi, a questo punto, la giornata mondiale per la libertà di informazione e per la promozione della cultura, deve sancire il rispetto per un giornalismo etico e professionale orientato a rassicurare i cittadini, a fornire una conoscenza leale e documentata dei fatti che contano per la propria esistenza individuale e collettiva. L’Unesco per queste ragioni, per affermare la caratteristica di ponte permanente per una conoscenza senza frontiere, sulla basi di principi etici e fondamentali di una libertà che rende ogni persona cittadino del mondo, ha voluto fissare ogni anno nel 3 maggio la giornata mondiale della libertà e per la sicurezza degli operatori dell’informazione. In Italia la celebriamo, da alcuni anni, accomunandola alla “giornata della memoria” in omaggio ai giornalisti caduti, nel nostro paese, per mano delle mafie, della delinquenza organizzata, del terrorismo e delle fazioni belligeranti nei teatri di guerra.
Quest’anno l’appuntamento è a Cagliari e, anche personalmente, per me questo è un motivo di particolare emozione e di grande significato per riaffermare quanto l’informazione debba superare qualsiasi barriera di pregiudizio territoriale, etnico, linguistico o di condizione sociale. Il lavoro libero va rimesso al centro con l’etica di una informazione leale e di qualità ma anche con il riconoscimento che i valori morali e materiali sono la prima fonte di liberazione per l’individuo e la comunità, la prima condizione della dignità di ogni uomo che voglia e possa essere titolare dei diritti di cittadinanza nel proprio paese e nel mondo.
Cari amici di Articolo questo è il senso di un impegno comune che, sul piano sindacale e sul terreno della democrazia vissuta e diffusa all’interno della società viva, spesso vituperata e lontana dalle attenzioni della politica e dei poteri imperanti, ci vede determinati in un’opera incessante di promozione della civiltà democratica.
La “Giornata della Memoria” organizzata dall’Unci (l’Unione Nazionale dei cronisti italiani), che si terrà oggi a Cagliari, sarà pertanto il principale appuntamento nazionale con partecipazione della Federazione della Stampa per la Giornata mondiale della libertà di stampa. Per il sindacato dei giornalisti, il ricordo di quanti, in Italia, hanno perso la vita colpiti dalla violenza criminale e dal terrorismo, per spegnerne le loro voci di libertà e intimidire tutta l’informazione, è un omaggio di riconoscenza unito all’impegno permanente per la libertà. Il loro sacrificio deve essere continuamente elaborato per una rinnovata testimonianza civile e culturale, tesa a qualificare la professione del giornalismo e a sottrarre i media dalle minacce e dai condizionamenti impropri di ogni forma di violenza e di ogni intrusione sul terreno delle autonomie professionali. La sfida è sempre quella per la disponibilità di una informazione leale, credibile e affidabile in qualsiasi contesto sociale e politico.
Ancora oggi nel mondo tanti sono i giornalisti uccisi, sequestrati, sottratti al loro lavoro di testimoni di verità e agli affetti dei propri cari. Solo nei primi mesi di quest’anno – denuncia la Federazione Internazionale dei Giornalisti, Ifj – sono caduti 26 giornalisti nel mondo. Con la giornata mondiale dell’Unesco si propone uno stesso tema alla comunità internazionale, quello della libertà di movimento e di pieno esercizio della professione dei giornalisti, unito a quello della loro sicurezza.
La Fnsi, con l’Unci e con tutte le organizzazioni di categoria, è in piena sintonia con i programmi e le attività del proprio sindacato internazionale. Non a caso la Ifj, nei prossimi giorni a Parigi, sarà presente, con il contributo italiano, alla Conferenza annuale dell’Unesco, attraverso iniziative di particolare dedizione ai temi della sicurezza e della lotta all’impunità per i crimini compiuti in danno dei giornalisti.
In Italia tengono banco le minacce della criminalità organizzata ma anche di quelle di ambiti della politica e di poteri economici “infiltrati”, che sempre più spesso sono protagonisti o alle spalle di azioni di minaccia violenta per imporre bavagli e oscurare notizie di verità. Non c’è zona del Paese che sia esente. L’ennesimo avvertimento con l’incendio della sua auto nell’alto milanese, a Ester Castano, impegnata sulle cronache delle narcomafie, è l’ultimo allarme in ordine di tempo. Rinnoviamo a lei e a tutti i colleghi che ogni giorno subiscono ritorsioni o sono costretti a vivere sotto scorta, tutta la nostra solidarietà e la tutela della voce collettiva della categoria che non farà passare sotto silenzio mai alcun tentativo di bavaglio, anche il più violento.
È sempre più tempo di capire quanto sia importante la libertà di stampa per le libertà di tutti. Ricordando domani i nostri caduti (da Tobagi a Pippo Fava, da Siani, Impastato e Spampinato a Casalegno, solo per citarne alcuni di una lunga lista) nel Palazzo Civico di Cagliari – come tutti i Municipi primo riferimento della nostra democrazia istituzionale – vogliamo mettere al centro il sacrificio nel lavoro onesto e serio della stragrande maggioranza dei giornalisti e il ruolo della pluralità dei media per la convivenza civile, il buon governo della cosa pubblica, la serenità e la sicurezza di tutti i cittadini. Per la dignità del lavoro di tutti.
Viva il 3 Maggio, Giornata mondiale della libertà di stampa, Giornata nazionale dei giornalisti caduti per l’autonomia e la libertà del loro lavoro!