Sì, certo: i carrozzoni a motore sono quelli di sempre e, come sempre, qualche elemento non più giovanissimo delle bande “dal vivo” del corteo invita ‘sti ragazzi a smorzare il volume ché quei cassoni stereo impallano! Sì certo: stendardi, bandiere, cartelloni, cartelli e cartine sopravvivono ancora numerosi. Forse saranno gli ultimi a morire? C’è più nessuno affacciato a finestre e balconi che applaude, soffia nei fischietti, sbatte allegramente coperchi e padelle (tanto per fare comunque festa con sano casino). Sono smagliate di brutto le fitte trame intrecciate di famiglie, coppiette, ragazzi divertiti e divertenti, bambini casinisti che trasformavano i portici torinesi in onore del Primo Maggio.
Per tutto il resto è (troppo impossibile) silenzio, mestizia, odore di povertà con qualche pesantissima zaffata di miseria. E poi c’è la pugnalata di quei volti stampati su un lungo striscione sorretto da corpi di marmo: lapidi viventi un tempo affetti più cari dei morti ThyssenKrupp. E’ sollievo però vedere (come sempre) Boccuzzi presente. Ci abbracciamo e mi augura “buon Primo Maggio”… E poi, come sempre, ci sono i concerti (a gratis) sempre belli a cominciare dal mitico che trasmette “la televisione” e a Torino abbiamo avuto perfino Elio e le storie tese!
Sì, però, almeno per il Primo Maggio 2014, potevamo evitarci le “pelose” performance del Pelù?