Per la prima volta tutti i soggetti parlano con una voce sola. E si rivolgono a Napolitano, Renzi e vertici europei. Tra le proposte: depenalizzazione, coinvolgimento del non profit, tutela di mamme e bambini, housing sociale, detenuti tossicodipendenti
ROMA – Per la prima volta in Italia tutti i soggetti che operano nel mondo del carcere parlano con una voce sola. Lo fanno per lanciare un appello, per dire che “le carceri in Italia possono cambiare, e senza aspettare troppo tempo” e per manifestare la propria preoccupazione. L’appello è rivolto al presidente Napolitano, al premier Renzi, al ministro della Giustizia Orlando, al presidente del Consiglio Europeo Van Rompuy e al presidente della commissione Libertà civili del Parlamento Europeo Juan Fernando Lòpez Aguilar. Mittenti, tra gli altri, realtà come Arci, Antigone, A buon diritto, Libera, Conferenza nazionale volontariato giustizia, Consiglio italiano per i rifugiati, Legacoop sociali. E ancora, Ristretti orizzonti, Unione camere penali italiane, Cnca, Federsolidarietà confcooperative, Cittadinanzattiva, Gruppo Abele e molti consorzi e cooperative sociali.
“Le sanzioni pesantissime che la Corte europea dei diritti dell’uomo intende infliggere al nostro paese a partire dal 28 maggio sono ancora una minaccia reale – scrivono i firmatari -, anche se qualche passo riformatore che ha abbassato leggermente il numero dei detenuti è stato fatto”. Tuttavia, “occorre però fare di più e al più presto. Proprio al fine di poter chiudere questa pagina e confinarla al passato riteniamo che il semestre di guida italiana delle istituzioni europee debba costituire l’occasione di un ulteriore e decisivo stimolo”.
Sette, nel dettaglio, le richieste: riforme legislative per “procedere sulla doppia via della depenalizzazione e della residualizzazione della pena carceraria”, nuovi modelli di gestione dei penitenziari con il coinvolgimento del volontariato, dell’associazionismo e della cooperazione sociale e diversa gestione del personale. Sul fronte del lavoro in carcere serve una sinergia pubblico-privato: “Il tasso di disoccupazione nelle carceri Italiane è del 96%”. Un altro tema è la tutela dei bambini in carcere con le loro mamme: “Le centinaia e centinaia di case famiglia di varie associazioni sono da anni disponibili ad accogliere queste mamme con i loro bambini in ambienti sicuramente, oltreché più economici, più adeguati”. Housing sociale e invio in comunità dei detenuti tossicodipendenti sono un’altra priorità per i firmatari, che si raccomandando anche sulla nomina del Garante nazionale: “È un incarico molto delicato che richiede indipendenza, autorevolezza morale, grande conoscenza, nonché lunga esperienza sul campo”.
Da parte loro i promotori assicurano massima disponibilità alla collaborazione ed esprimono fiducia che i destinatari sapranno raccogliere l’appello, a partire dal Capo dello Stato “per la sensibilità unica da lui dimostrata su questo difficile terreno”. Per informazioni e adesioni: appellocarceri2014@gmail.com. (gig)