Folla, sorrisi e aria di festa davanti al portone della radio francese Europe1. Tanta gente nonostante sia vigilia di Pasqua.E lo si capisce in fretta perché accanto al portone campeggiano le gigantografie di Eduard Elias, Didier Francois, Nicolas Henin e Pierre Torres i quattro giornalisti rapiti nel giugno scorso in Siria e liberati proprio alla vigilia di Pasqua. “Abbiamo semplicemenre pianto di gioia” dice con spontaneità il direttore generale di Europe 1 Denis Olivennes. In molti, alla radio, hanno gli occhi ancora arrossati dalle lacrime dopo aver visto in tv le prime parole dei colleghi liberati: ” è bello rivedere il cielo”. Aldila’ della gioia c’e’ da registrare un indubbio successo diplomatico della Francia. Il presidente Hollande va di persona ad accogliere gli ostaggi all’aeroporto militare. Nessuna indiscrezione sulle condizioni del rilascio. Unica indiscrezione che un qualche ruolo abbiano giocato i servizi segreti degli emirati arabi uniti molto attivi nel finanziamento dei ribelli anti Assad. A rapire, e liberare, gli ostaggi francesi e’ stato il gruppo che si definisce “stato islamico in Iraq e levante”. Una frangia jadista che ha gia’ rapito e liberato quattro giornalisti spagnoli. Potrebbe essere lo stesso gruppo che ha rapito e tiene ancora in ostaggio il padre gesuita Paolo Dell’Oglio ,di cui non si hanno notizie dal luglio dello scorso anno.
Non puo’ non risaltare il differente livello di attenzione fra Francia e Italia nei confronti dei concittadini ancora ostaggi in Siria. Manifesti con le loro foto ovunque, qui in Francia,iniziative pubbliche quasi ogni fine settimana. Un low profile per favorire le trattative? Speriamo sia cosi’. Ma in quel caso contiamo che la diplomazia italiana sia gia’ in contatto con quella francese per verificare possibili elementi di contatto fra i due rapimenti e fare tutto il possibile perché padre Dall’Oglio non sia dimenticato e possa tornare presto a casa.
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