“Il ritiro della bozza di nuovo Codice della Privacy per i giornalisti da parte del Presidente dell’Autorità Garante per la Protezione dei dati personali, on. Antonello Soro, è senz’altro positivo ed è atto di saggezza la sua espressa rinuncia a “esercitare i poteri sostitutivi eventualmente offerti dall’art. 139 del codice” relativo alla tutela dei dati personali. La Segreteria della Federazione Nazionale della Stampa Italiana ritiene che il dibattito pubblico che si è aperto subito dopo la recente presentazione della bozza tecnica di proposta di aggiornamento del codice deontologico dei giornalisti, riferito alla legge sulla privacy, abbia consentito a tutte le parti interessate di fare adeguate valutazioni di merito, unitamente a una riflessione sul bene primario della libertà di stampa e del diritto di cronaca. Le perplessità e alcuni motivi di forte criticità espressi dalla Federazione della Stampa e dall’Unione Nazionale Cronisti Italiani, le riserve di autorevoli specialisti del diritto dell’informazione, avevano trovato in una puntuale presa di posizione del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti (tutelare di competenza primaria) le osservazioni dirette ad evitare equivoci sull’autonomia professionale dei giornalisti e il diritto dei cittadini ad essere correttamente informati.
Rimane di grande interesse ogni iniziativa finalizzata a elevare l’asticella della responsabilità etica del giornalismo in rapporto alla tutela dei diritti fondamentali delle persone garantendo, però, sempre ai cittadini il pieno diritto all’informazione. Il Codice Deontologico della privacy dei giornalisti, ancorché in vigore dall’agosto del 1998, – mantiene intatta la sua forza etica e giuridica, per i principi di civiltà democratica e di tutela dei diritti dell’uomo che ne sono il cuore. Non è un codice vecchio e ogni giorno che passa rivela, come le grandi leggi fondamentali degli Stati, attualità e condizioni di garanzia. Ogni modifica, in una fase delicata della vita democratica, segnata da insofferenze dei poteri per la libertà di informazione e per il diritto di cronaca, rischia di suscitare dubbi, nuove paure e incertezze anche interpretative.
In questa circostanza il ritiro di una bozza di aggiornamento del Codice, voluto dall’allora Presidente Stefano Rodotà e concordato con il Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti del tempo, è un atto di riguardo e di rispetto per una Carta di valore costitutivo per l’intera professione, per la qualità dell’informazione e per i diritti dei cittadini. L’attuale Autorità della Privacy, con la rinuncia a insistere sulla nuova bozza di Codice per i giornalisti – non esclusivamente figlia della stessa Autorità – ha assunto un’iniziativa esemplare che meriterebbe di essere ripresa anche da politici che vorrebbero cambiare leggi, magari non perfette ma che funzionano, al solo scopo di condizionare il diritto dovere di cronaca e il diritto dei cittadini ad essere correttamente informati.